Maurizio Molinari direttore di Repubblica, alla Stampa Massimo Giannini Editoriale di Maurizio Molinari, commento di IC
Testata: La Stampa Data: 24 aprile 2020 Pagina: 1 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «L'identità del giornale che innova»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/04/2020 con il titolo "L'identità del giornale che innova", l'editoriale del direttore Maurizio Molinari.
A destra: Massimo Giannini, Maurizio Molinari
Da 153 anni "La Stampa" è un quotidiano laboratorio di innovazione in Italia e per me è stato un privilegio dirigerlo dal 2016 come anche lavorarci dal 1997. La capacità di innovare de "La Stampa" sta nel dna di una comunità intellettuale glocal - con le radici nel Nord-Ovest, il cuore a Torino, l’identità europea e la vocazione atlantica - che riflette un territorio dove il rispetto per i valori della Costituzione repubblicana è un tutt’uno con la volontà di affrontare le sfide del presente per tagliare sempre nuovi traguardi. Negli incontri avuti con i lettori mi sono spesso trovato davanti a questa miscela di cultura antica, curiosità sull’attualità e scommessa sul futuro che descrive il legame inossidabile fra chi acquista e chi crea i contenuti di questa testata. È una miscela unica che nasce sulla carta stampata e ora diventa sempre più digitale, accompagnando le trasformazioni del nuovo secolo. È grazie a lavoro, passione e sacrifici di giornalisti, grafici, tipografi, fotografi e dipendenti tutti che "La Stampa" ha affrontato da protagonista la trasformazione digitale, sfidandone i rischi per coglierne le opportunità. Con il risultato di diventare il primo quotidiano italiano "Digital First", ovvero che produce senza interruzione contenuti su ogni piattaforma esistente grazie al contributo dell’intero corpo redazionale.
Nessuno escluso. Ed è proprio questa trasformazione che ci consente di fare il giornale in "smart working" nonostante gli ostacoli posti dal coronavirus. Ma non è tutto perché nell’era del terrorismo che ha generato l’11 settembre e Isis, del populismo che sfida la democrazia rappresentativa e della pandemia che aggredisce le nostre sicurezze, innovare significa rigenerare il legame fra i cittadini e lo Stato nazionale attorno a un’idea di protezione basata sui nuovi diritti degli individui. Perché una democrazia è tanto più forte e vibrante quanti più diritti riesce a identificare, proteggere, codificare.
Da qui l’impegno che questa redazione ha profuso nel descrivere valori e protagonisti dei diritti del nostro tempo: dalla parità di genere alla difesa dai cambiamenti climatici, dalla protezione della proprietà intellettuale alla tutela da ogni intolleranza e diseguaglianza, dall’integrazione dei migranti alla Sanità più avanzata. Se la trasformazione digitale fa de "La Stampa" un avamposto dell’innovazione nell’editoria, l’impegno sul fronte dei diritti ne fa un protagonista del rinnovamento della nostra nazione. Tutto ciò è avvenuto grazie al sostegno costante dei nostri lettori ed abbonati come anche di un Editore convinto dell’importanza di cogliere sempre le sfide del presente. Ed è avvenuto nella cornice del gruppo Gedi, di cui oggi assumo la direzione editoriale, che si articola in un network formidabile di giornali nazionali e locali, è leader di mercato in Italia e si propone di guidare da protagonista i cambiamenti in ogni settore dell’informazione: dalla carta stampata alle radio, dai contenuti digitali ai periodici di qualità. Per continuare a innovare ed a guardare avanti come insegna la tradizione di questo giornale, la cui direzione viene affidata ora ad un collega di qualità di Gedi, Massimo Giannini, a cui vanno i miei auguri di ogni successo.
Questo il saluto di Maurizio Molinari ai lettori della Stampa, da oggi direttore di Repubblica. Un passaggio che è stato accolto con dispiacere e tristezza da tutti coloro che temono un cambiamento di linea, che aveva portato la Stampa a non essere più soltanto il “quotidiano torinese” ma tra i primi in Europa in quanto a informazione internazionale e culturale. IC gli augura un forte ‘in bocca al lupo’ – anzi, 'ai lupi’ – considerando la linea editoriale/politica del giornale romano,che, non a caso, oggi sciopera pubblicando online alcuni editoriali alquanto imbarazzanti. In questi casi sono tradizionali gli ‘auguri di buon lavoro’, li faremo anche noi, a Molinari con l’aggiunta di un sincero forza e coraggio, a Massimo Giannini, nuovo direttore della Stampa, uno speranzoso invito a percorrere la linea – quella sì innovativa – che aveva impresso Maurizio Molinari.