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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Sara Fantini– Notizie dalla Shoah
Sara Fantini– Notizie dalla Shoah

Ed Pendagron





La giornata della memoria è destinata a diventare un mito, ad impallidire con il trascorrere degli anni, se rimane solo una data sul calendario.



Deve invece diventare qualcosa che impregna la nostra vita quotidiana, che coinvolge la coscienza di ogni cittadino e lo guida nelle sue scelte perché ognuno di noi può e deve diventare “testimone” per le giovani generazioni.



E’ in questo contesto che si colloca il libro di Sara Fantini “Notizie dalla Shoah” La stampa italiana nel 1945 e quello di David Meghnagi “Ricomporre l’infranto” L’esperienza dei sopravissuti alla Shoah.







Sara Fantini è una giovane storica laureata in Scienze della Comunicazione, esperta sui temi della Shoah.



Come lei stessa ha affermato, dopo la lettura di “Se questo è un uomo” di Primo Levi, all’età di dodici anni, è rimasta talmente colpita dall’argomento che da allora ha continuato a leggere instancabilmente libri sulla Shoah ed ora, con questo suo primo studio, ha voluto sistematicizzare quanto aveva appreso nel corso degli anni.



La sua è un’analisi ponderosa, paziente e tenace di quanto i giornali italiani raccontavano dopo la liberazione del 1945.



In realtà della Shoah non parlavano, erano invece ricchi di notizie su ciò che era stato trovato nei campi, notizie che provenivano da persone che erano tornate o stavano tornando dai luoghi dello sterminio, notizie provenienti da giornali stranieri sui processi che stavano cominciando e che sarebbero culminati con quello di Norimberga.



Tuttavia non si diceva cosa fossero questi campi, si narrava degli orrori accaduti, si usavano parole come “inimmaginabile” “indicibile” ma non c’era una vera e propria contestualizzazione.



Non si raccontava la storia, non c’era il problema ebraico, si narrava solo degli aguzzini, emergeva prepotentemente la cattiveria umana.



Più che di ebrei si parlava di persone, si scriveva ad esempio che ad Auschwitz erano morte 1.600.000 “persone”; si privilegiava chi era stato antifascista, partigiano, resistente ed era stato condotto in quei luoghi per punirlo per la sua eroica resistenza contro la dittatura.



Ciò che veniva negato era invece l’esistenza di un autonomo problema dell’antisemitismo e della persecuzione degli ebrei, problema che avrebbe richiesto nel corso degli anni una lunghissima elaborazione del lutto.



Un altro argomento quasi dimenticato dalla stampa italiana è l’esistenza anche sul suolo italiano di lager, quali il campo di Fossoli dal quale molti ebrei partivano per la Germania, oltre ad un vero e proprio campo di sterminio, la Risiera di San Sabba.



Le stesse leggi razziali trovavano poco spazio sui quotidiani dell’epoca, quasi fossero un “incidente”di percorso nella storia italiana.



La gente inoltre pensava a ricostruire la propria vita dopo anni di guerra, di violenza, di sacrifici, un futuro migliore e non voleva certo preoccuparsi di quanto era accaduto agli ebrei.



Il libro di Sara Fantini è quindi il risultato di una ricerca molto approfondita che offre documenti interessanti dalla cui analisi si può affrontare il tema della Shoah sotto un profilo decisamente innovativo.

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