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La Stampa Rassegna Stampa
20.04.2020 Coronavirus: la Cina sfrutta l'epidemia per danneggiare gli altri Paesi ed espandersi
Analisi di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 20 aprile 2020
Pagina: 14
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Il Pentagono: Pechino vuole espandersi sfruttando l'epidemia»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/04/2020, a pag.14, con il titolo "Il Pentagono: Pechino vuole espandersi sfruttando l'epidemia" l'analisi di Francesco Semprini.

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Francesco Semprini

Si stringe l'assedio attorno alla Cina e alle sue presunte responsabilità sulla diffusione del coronavirus. Dopo la notizia di un'indagine ufficiale da parte degli 007 americani, le class action degli imprenditori americani e le ipotesi di processo alla corte penale internazionale per crimini contro l'umanità, è Donald Trump a promettere che Pechino pagherà e anche salato. «Se sono intenzionalmente responsabili certamente, ma non se è stato un errore», afferma il titolare della Casa Bianca secondo cui la questione è capire se sia stato un errore finito fuori controllo o se i cinesi lo abbiano fatto deliberatamente. Non è certo la prima offensiva su Pechino mossa dal presidente, che già l'aveva accusata di nascondere i dati e di avere un bilancio reale di vittime ben più alto di quello record degli Usa, dove ci sono 737 mila contagi e quasi 40 mila morti, sebbene nell'epicentro New York si ritiene che il picco sia passato e in Florida riaprano le spiagge. «Devono lasciarci indagare. Io l'ho chiesto subito ma loro non hanno voluto», ha osservato Trump lasciando aperto il sospetto non solo di un incidente di laboratorio ma anche di una mossa voluta. Oltre alla questione inerente ai danni a salute pubblica ed economia mondiale causati dalla nuova piaga pandemica, ritengono che Pechino utilizzi il panico da Covid-19 per una nuova stretta interna del Partito comunista e per dare attuazione alle mire espansionistiche del Dragone sul piano regionale e internazionale. In linea col programma di potenziamento del dispositivo bellico attraverso il rafforzamento di arsenali missilistici, navi da guerra, aerei, armi spaziali e capacità cibernetiche che ha già registrato un'accelerazione sotto la presidenza di Xi Jinping. «Uno dei più ambiziosi sforzi di modernizzazione militare nella storia recente», spiega Chad Sbragia, vice assistente del segretario alla Difesa Usa con deleghe per la Cina.

Virus dalla Cina: cosa è meglio sapere sull'emergenza mondiale

«Nella maggior parte dei potenziali punti caldi nella regione indo-pacifica - lo stretto di Taiwan, il Mar Cinese Meridionale, le isole Senkaku o la penisola coreana - gli Stati Uniti potrebbero trovarsi coinvolti in una crisi militare con la Cina», ha dichiarato Sbragia nel corso di un'audizione della Commissione di revisione economica e di sicurezza creata dagli Stati Uniti e dalla Cina. Ma c'è di più perché nell'ultimo mese, secondo media locali, la Cina avrebbe invaso lo spazio aereo di Taiwan, condotto esercitazioni militari attraverso lo stretto di Taiwan e danneggiato una nave della guardia costiera di Taipei durante manovre provocatorie o intimidatorie di un motoscafo cinese. Oltre ad aver costruito nuove strutture nel mar delle Filippine occidentale e accresciuto la sua influenza in Europa attraverso la via della Seta e della Salute. Il funzionario del Pentagono ha quindi detto che la sfida posta dall'espansione militare ed economica cinese richiede una risposta come quelle modulate durante la Guerra Fredda. E così il Pentagono, su indicazione della Casa Bianca, ha dato ordine di accelerare sulla riorganizzazione tattico-strategica delle sue forze in risposta alle nuove mosse di Pechino. Anche attraverso un piano decennale di «guerra contro la Cina» messo a punto dal corpo dei Marine.

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