Le imprese Usa chiedono a Pechino risarcimenti per i danni del virus Commento di Francesco Semprini
Testata: La Stampa Data: 19 aprile 2020 Pagina: 11 Autore: Francesco Semprini Titolo: «Le imprese Usa chiedono a Pechino risarcimenti per i danni del virus»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/04/2020, a pag.11, con il titolo "Le imprese Usa chiedono a Pechino risarcimenti per i danni del virus" l'analisi di Francesco Semprini.
Francesco Semprini
Gli Stati Uniti hanno annunciato formalmente l'avvio di un'imponente indagine per appurare se la nuova piaga pandemica sia stata generata da una «fuga» dal laboratorio di Wuhan in Cina, dove erano in corso studi di vaccini e cure sul Coronavirus. Esperti dei servizi segreti hanno già raccolto un sostanziale quantitativo di informazioni grazie alle quali potranno fornire «una fotografia accurata dei fatti», spiega una fonte di Washington. Una volta che l'indagine sarà completata - non si dovrà attendere molto - i risultati saranno sottoposti all'attenzione di Donald Trump. A quel punto la Casa Bianca deciderà se ritenere Pechino responsabile della devastazione umana ed economica causata dal Covid-19. Sebbene il filone di inchiesta si basi principalmente sulla tesi dell'incidente nell'ambito di sperimentazioni ad uso farmacologico - riferisce Fox - alcuni funzionari americani non escludono l'ipotesi dell'arma batteriologica. Ovvero che nel laboratorio del dottor Shi Zhengli, il quale conduceva sperimentazioni sui pipistrelli, in realtà ci fosse una «task force» speciale dedita allo sviluppo di armi non convenzionali segrete. Non è escluso che alla luce dei risultati gli Usa potrebbero ricorrere ad azioni forti, come quella avviata dall'India che ha depositato presso l'ufficio dei diritti umani delle Nazioni Unite un richiesta di azione legale nei confronti della Cina accusandola per crimini (gravi violazioni) contro l'umanità. Già Human Rights Watch aveva formalizzato serie accuse nei confronti del regime: «Le autorità (cinesi) stanno ora riscrivendo la narrativa sul loro ruolo nella pandemia e persino suggerendo falsamente che il virus non ha avuto origine in Cina». La mobilitazione di New Delhi segue una serie di cause legali avviate negli Stati Uniti a titolo di risarcimento danni per le perdite causate dal presunto occultamento della verità da parte del regime cinese. La prima class action è partita dalla Florida per mano dello studio legale «Berman Law Group». La Cina «ha agito lentamente o insabbiato i fatti per tutelare il proprio interesse economico», spiega l'avvocato Matthew Moore titolare della causa con cui punta a rappresentare «milioni di persone». Sono almeno 4 le principali class action federali sino a questo punto avviate. In California alcuni imprenditori e una grande società di revisione dei conti stanno cercando di rappresentare tutte le «piccole imprese» dello Stato che hanno registrato sofferenze a causa del Covid-19. Secondo quanto dichiarato in una intervista a «Formiche» da Matthew Henderson della Henry Jackson Society, «i danni causati dai ritardi e dalle bugie della Cina superano i 3.500 miliardi di euro, senza contare le perdite in termini di vite umane». «Incriminare la Cina» è il grido di battaglia di alcuni importanti esponenti repubblicani come i senatore della Florida Marco Rubio, e dell'Arkansas Tom Cotton il quale afferma che «le bugie e la corruzione del partito comunista cinese hanno trasformato un problema sanitario locale in una pandemia globale, devastando vite e sogni nel nostro Paese». Una posizione diventata ora bipartisan dopo alcune prese di posizione dei democratici al Congresso. Ed è fin troppo facile immaginare che sarà proprio questo il cavallo di battaglia con cui Trump punta a replicare il suo mandato alla Casa Bianca.
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