Libia: al caos si aggiunge la stretta sul petrolio Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 16 aprile 2020 Pagina: 19 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Haftar strozza il governo col petrolio. Persi 4 miliardi»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/04/2020, a pag.19, con il titolo "Haftar strozza il governo col petrolio. Persi 4 miliardi", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Tripoli
Il blocco alle esportazioni di petrolio imposto da Khalifa Haftar è costato finora alla Libia «quattro miliardi di dollari». È la cifra fornita dalla compagnia nazionale, la Noc, in base ai calcoli fatti sui minori introiti dal 17 gennaio, quando il maresciallo ha bloccato tutti i terminal petroliferi del Paese, tranne uno ancora in mano al governo di Fayez al-Sarraj. La conseguenza è stata prima il collasso dell'export e della produzione, scesa da 1,1 milioni di barili al giorno a meno di 70 mila. Con i pozzi chiusi ha sospeso le operazioni anche la raffineria di Zawia, che rifornisce di carburanti la capitale, e quindi adesso Tripoli è costretta a importare benzina e gasolio. Un paradosso per uno dei più ricchi Stati petroliferi, che prima della caduta di Gheddafi nel 2011 produceva fino a 1,7 milioni di barili di greggio al giorno. Anche Haftar ha perso parte dei suoi introiti, perché un quota delle royalties veniva girata dalla Banca centrale libica alle autorità di Tobruk, in base agli accordi del 2015 che avrebbero dovuto portare alla riconciliazione nazionale. Una prospettiva adesso lontanissima. Il calcolo del maresciallo è quello di strangolare a tutti i costi l'esecutivo di Tripoli, anche a livello finanziario. L'assalto alla capitale, lanciato con un blitz a sorpresa il 4 aprile dello scorso anno, si è impantanato in una guerra di posizione alla periferia della città, due milioni di abitanti. E nel giorno di Pasquetta le milizie fedeli ad Al-Sarraj hanno messo a segno una vittoria importante. Hanno conquistato Sabrata, la cittadina celebre per il suo teatro romano, e tutte le altre località lungo la costa occidentale in mano al maresciallo. Spezzato l'assedio a Tripoli In questo modo sono stati ristabiliti i collegamenti con la Tunisia, un Paese vicino alle posizioni di Al-Sarraj. L'assedio a Tripoli è stato spezzato e la situazione è adesso più difficile per Haftar. Il maresciallo è appoggiato da Egitto, Arabia Saudita e soprattutto dagli Emirati. Dal Golfo è arrivata una quantità impressionante di armi ma le sue milizie si sono trovate davanti le difese sempre più sofisticate fornite dalla Turchia, il principale alleato regionale di Tripoli. Sono sistemi anti-aerei, anche elettronici, droni d'assalto e da ricognizione. I raid mirati hanno decapitato per esempio il centro di comando della milizia che controllava Sabrata, e permesso il blitz di lunedì. Haftar ha chiesto aiuto agli Emirati, che hanno cercato di ovviare con l'invio di sistemi anti-aerei a corto raggio di fabbricazione russa, i Pantsir S-1. Negli ultimi giorni hanno eliminato almeno due droni turchi e ieri, secondo Tobruk, anche un Mirage F-1 dei governativi.