Libia: continua la guerra civile, in un anno 200mila profughi Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 09 aprile 2020 Pagina: 16 Autore: Giordano Stabile Titolo: «L'allarme dell'Oim: 'Dopo un anno di guerra civile 200mila profughi'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/04/2020, a pag.16, con il titolo "L'allarme dell'Oim: 'Dopo un anno di guerra civile 200mila profughi' ", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Tripoli
Duecentomila persone in fuga, ospedali sotto le bombe, la tregua chiesta dalle Nazioni Unite che resta un miraggio. La battaglia di Tripoli, cominciata il 4 aprile di un anno fa, si è trasformata in una guerra di posizione, con i due schieramenti che si fronteggiano senza riuscire a prevalere. Come negli assedi alle città nel momento più aspro del conflitto in Siria, anche in Libia sono i civili a pagare il prezzo maggiore. L'offensiva del maresciallo Khalifa Haftar ha spinto «più di 200 mila» abitanti, 150 mila della capitale, a lasciare le proprie case. Il bilancio è stato stilato dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni e comprende anche centri minori della Tripolitania e del Fezzan, come Sirte Abu Ghrein e Murzuq.
La battaglia dei cieli Haftar non è riuscito a sfondare in alcun modo le linee di difesa delle milizie fedeli al premier Fayez al-Sarraj e allora è ricorso all'arma aerea. Il maresciallo dispone di alcuni Mig-23 ancora dell'epoca di Gheddafi e nuovi droni di fabbricazione cinese forniti dagli Emirati. Nelle ultime settimane li ha usati con maggiore intensità, soprattutto nei quartieri attorno all'aeroporto di Mitiga, l'unico ancora funzionante, dove sono concentrate le difese anti-aeree fornite ad Al-Sarraj dalla Turchia. Nei raid sono stati colpite anche molte abitazioni e lunedì l'ospedale Al-Khadra, uno dei più importanti della capitale. Il tetto di un reparto è stato sfondato dalle esplosioni e sei operatori sanitari sono rimasti feriti. Ieri l'Onu ha condannato l'attacco, «una chiara violazione delle leggi internazionali», nelle parole di Jen Laerke, portavoce dell'agenzia umanitaria Ocha: «È sconvolgente. In un momento in cui il popolo libico ha bisogno più che mai case sicure e strutture sanitarie funzionanti, riceviamo la notizie di un altro attacco a un ospedale». I raid non hanno neppure consentito alle forze di Haftar di avanzare. Anche perché sono contrastati dai sistemi anti-aerei e dai droni turchi. Un velivolo di Ankara è stato abbattuto nel quartiere di Ain Zara, una delle zone dove i combattimenti sono più aspri, perché permette i collegamenti fra la periferia orientale e quelle occidentale della città. Ma anche lo schieramento di Al-Sarraj ha colpito parecchi aerei nemici, uno con un missile lanciato da una nave militare turca al largo di Tripoli. Una tregua è sempre più urgente, anche perché comincia a diffondersi il coronavirus, 18 casi finora, con il primo registrato anche a Bengasi ieri.