Riprendiamo da SHALOM marzo/aprile 2020 a pag.25 con il titolo "Più che l'antisemitismo spaventa il silenzio" il commento di Angelo Pezzana.
Angelo Pezzana
Una manifestazione di antisemitismo islamista in Europa
Che l’antisemitismo rivelasse una preoccupante crescita in Europa è una non notizia, almeno per chi segue con attenzione le ricerche dei centri di documentazione e le analisi degli esperti, quelli veri, che non si limitano a stupirsi di fronte ad alcuni casi di cronaca, ma investono le loro intelligenze per far capire la natura di quanto avviene, che non si accontentano della classificazione “antisemitismo” che troppo spesso nasconde l’obiettivo finale dell’odio contro gli ebrei vivi, l’antisionismo, cioè Israele. Per comprendere questo passaggio sarebbe sufficiente leggere le analisi dello storico israeliano Manfred Gerstenfeld – pubblicate puntualmente in italiano sul quotidiano online ‘informazione corretta’- per rendersi conto che l’odio per gli ebrei dopo la Shoah continua al riparo della parola ‘antisemitismo’. Perché in Italia, per esempio, nessuno si dichiara apertamente antisemita? La cartina di tornasole che rivela quanto dovrebbe rimanere nascosto è persino facile da tenere a mente, a chi afferma “antisemita io? ma se ho degli amici ebrei!”, rispondere “appunto”. Semplice, no? Purtroppo la realtà si trova spesso dalla parte degli odiatori, che godono di una complicità forse non cercata che è però alla base della loro assoluzione, il cui nome è ‘silenzio’. Tacere di fronte alle manifestazioni di odio assolve chi odia. L’esempio più macroscopico è avvenuto il 27 gennaio scorso, non nell’aula di uno sconosciuto consiglio comunale, chè tale non è il Municipio di Torino, dove l’intervento ufficiale a ricordo dello sterminio di sei milioni di ebrei è stato affidato al presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari, movimento 5Stelle, il quale, in una sala silenziosa ha accusato Israele di comportarsi con i palestinesi come i nazisti con gli ebrei durante la Shoah. Con l’eccezione del consigliere della Lega Fabrizio Ricca,che ha preso le distanze con una dichiarazione chiara e forte; né la sindaca né nessun altro rappresentante di partito è intervenuto. Chi aspettava il giorno successivo, per leggere sulle cronache locali (forse anche non solo) qualche commento è rimasto deluso: neanche una riga, nessuna istituzione, civile o religiosa, ha sentito il dovere di esprimere la propria indignazione, evidentemente assente. Come ha scritto Deborah Fait “offendere gli ebrei morti assassinati condannando quelli vivi che si difendono” non ha suscitato alcuna reazione. A dire il vero, una c’è stata, quasi un mese dopo, il 17 febbraio, quando tutte le istituzioni, politiche e non, hanno accolto l’invito della sindaca Appendino a recarsi davanti al Municipio per protestare contro le scritte ‘Jude’ apparsi sulle abitazioni di alcuni cittadini, ebrei e non. Un fatto disgustoso, da condannare, una manifestazione che però avrebbe avuto un senso se l’ accusa a Israele del presidente del Consiglio comunale fosse stata condannata. Accolta invece con un rispettoso silenzio può essere stata persino accolta come un invito a proseguire con gesti individuali carichi di emulazione. Infatti le istituzioni cittadine sono accorse al richiamo della sindaca, hanno gridato basta con l’antisemitismo, tutti in coro. Attendiamo (con poca fiducia) che tra chi manifesta contro l’antisemitismo – interrompendo per un momento ‘Bella ciao’- ci spieghi come si fa a non essere antisemiti quando si sta zitti davanti alle parole del presidente del Consiglio comunale. Ah, dimenticavamo, certo che si può essere antisemiti e odiare Israele, basta avere degli amici ebrei.
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