C'è un'organizzazione che è stata comandata da uno svedese, " Mister H ?, accusato di aver preso ordini da Kruscev. Un'organizzazione guidata negli anni ' 70 da un ex nazista, probabilmente tenuto sotto ricatto dai sovietici che conoscevano il suo passato scomodo. Un'organizzazione che ha legittimato l'uso del terrorismo come strumento di azione politica, è accusata di aver provocato o facilitato genocidi in varie parti del mondo, ha sperperato cifre colossali, e alcuni dei cui agenti sono implicati in abusi sessuali, nepotismi, corruzione. Questa specie di Spectre è l'Onu. O almeno è l'Onu che emerge dal breve quanto impietoso libro che Christian Rocca, penna del Foglio, ha da poco pubblicato per Lindau (" Contro l'Onu ?): una ricognizione degli insuccessi delle Nazioni unite ( che comunque non omette le azioni a buon fine e i settori che " funzionano ?), fino agli ultimi scandali di Oil for Food, il programma nato per favorire la popolazione irachena, trasformatosi in quello che si sta rivelando come ( nel migliore dei casi) il più grande spreco di denaro della storia mondiale, delle dimensioni stimate di 21 miliardi di dollari. Il paradosso è che l'Onu è nata con le migliori intenzioni ( mantenere e diffondere la pace nel mondo e combattere le dittature) e con i migliori strumenti per realizzarle ( è autorizzata ad agire con « ogni mezzo necessario » per prevenire le aggressioni e può espellere i membri che « violano ripetutamente i suoi principi » ) . Ma di fatto le occasioni in cui ha agito secondo la sua missione sono l'eccezione, non la regola. Questo perché, spiega l'autore con echi quasi ratzingeriani, la « chiarezza morale » dell'antinazismo del ' 45 è stata sostituita dal « relativismo morale » , che si è tradotto nel potere di veto degli Stati non democratici. Finanziata a metà da America e Unione europea, l'Onu è in realtà ostaggio di Paesi antidemocratici, che esercitano il potere di veto sulle scelte principali: la commissione diritti umani è composta da esponenti di dittature i cui governi non hanno neppure ratificato i trattati che devono far rispettare al mondo. Impressionante il capitolo che riguarda Israele: l'unica democrazia del Medio Oriente ( prima di Iraq e Afghanistan), nato da una risoluzione Onu del ' 47, è oggetto del 40% delle votazioni dell'Assemblea generale, pilotata tanto delle ostilità del blocco dei Paesi islamici quanto dal politically correct filopalestinese di molti europei. Un episodio su tutti: nel ' 75 Idi Amin Dada, dittatore ugandese, chiede l'espulsione dello Stato di Israele dall'Onu nel giorno in cui l'Assemblea approva l'equiparazione di sionismo e razzismo, poi revocata nel 1991. L'Onu, documenta Rocca, ha semplicemente fallito nel portare a termine i suoi obiettivi, in primo luogo perché il mondo bipolare in cui è nata non esiste più: le Nazioni Unite faticano terribilmente a schierarsi contro le dittature, e quando lo fanno ( come nel caso dell'Iraq, oggetto di 17 risoluzioni che paventavano « gravi conseguenze » per il regime saddamita) non hanno gli strumenti per far realizzare i loro dettami, come ha esplicitamente ammesso il predecessore di Kofi Annan, Boutros Ghali. Secondo Rocca, non è sufficiente neppure una riforma sul modello di quelle che si stanno discutendo in questi mesi: occorre, scrive, un'alleanza tra democrazie, che isoli i regimi dittatoriali: « Cos'abbiamo in comune con chi inneggia al martirio per uccidere i fratelli dei porci e delle scimmie, cioè ebrei e crociati? » , è la sferzante domanda dell'autore. Il « mai più » all'Onu che chiude il libro, costellato di attente e incisive citazioni volutamente tratte dal mondo " liberal ?, appare carico di ragioni, ma sembra restare di difficilissima realizzazione.