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Deborah Fait
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La retorica di Giovanna Botteri 31/03/2020
La retorica di Giovanna Botteri
Commento di Deborah Fait

minuto 21.27  

Giovanna Botteri presidente di Giuria del Premio Luchetta 2020 ...
Giovanna Botteri

La retorica fa bene alla propaganda e l'immagine di due paramedici israeliani, uno ebreo e l'altro musulmano che pregano vicini, e nello stesso momento, davanti alla loro ambulanza, in Israele, sta facendo il giro del mondo accompagnata dalle scemenze che alcuni dicono sempre in queste occasioni. Su Facebook qualcuno ha scritto "una bellissima foto che mostra come gli israeliani si uniscono in un periodo di crisi", la Repubblica scrive un articolo che trasuda miele e stupidità: https://www.repubblica.it/esteri/2020/03/29/news/medici_arabo_israeliano_ebreo_musulmano-252592824/

Non poteva mancare naturalmente Giovanna Botteri, la regina della retorica, che persino dalla Cina ha voluto mettere questa fotografia come apertura del suo servizio sul coronavirus. Chi conosce solo un po' Israele sa che scene come questa sono all'ordine del giorno, che israeliani ebrei, arabi, drusi, beduini,  lavorano quotidianamente insieme. Negli ospedali medici e paramedici ebrei e musulmani o cristiani lavorano fianco a fianco. Uno dei dottori che recentemente mi ha avuta in cura all'ospedale di Rehovot, si chiamava Mustafà, più arabo di così, e se non avessi visto il suo nome sulla targhetta non avrei mai capito che non era ebreo. E' così in Israele, gli arabi-israeliani, se non sono matti esaltati, sono fedeli cittadini del paese e concittadini di noi ebrei e delle altre decine di etnie presenti pacificamente in Israele.  Questa è la norma, nessun arabo, a meno che non sia un terrorista o simpatizzante, rischia di non trovare lavoro sia nel privato che nel pubblico, nella sanità e persino in un'istituzione che richiede fedeltà come l'esercito. Un gran numero di medici dell'IDF  sono arabi e severissimi con i soldatini che vorrebbero stare a casa un giorno in più:  "Fila a fare il tuo dovere" è la loro parola d'ordine. Invece di imbrattare la tastiera del computer con la melassa della retorica perché nessuno si è accorto della cosa più ovvia e più importante:  in che direzione pregano i due? L'ebreo con il tallid è rivolto verso Gerusalemme, il musulmano sul tappetino guarda verso La Mecca, ciascuno da le spalle alla città sacra dell'altro. E notatele queste cose invece di farvi venire le lacrime di coccodrillo perché un ebreo e un arabo pregano insieme il loro Dio! Cercate, cari giornalisti, di analizzare i motivi per cui i due si danno le spalle e la prossima volta che qualcuno urla che Gerusalemme è araba e islamica ricordi bene questa immagine: il musulmano prega con le terga rivolte all'unica città santa per gli ebrei, Gerusalemme. Questo doveva saltare agli occhi ed essere messo in evidenza, non le stupide bugie che fanno vendere i giornali.   

Immagine correlata
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"

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