Gantz si arrende a Netanyahu, cioè alla realtà 29/03/2020
Gantz si arrende a Netanyahu, cioè alla realtà Analisi di Antonio Donno
Benny Gantz, Benjamin Netanyahu
Si scrive che Israele avrà un governo di unità nazionale. Questo è vero dal punto di vista numerico, perché il partito di Gantz unirà i suoi voti a quelli del centro-destra di Netanyahu. Ma, d’altra parte, invece, la vittoria politica di Netanyahu è netta. Gantz non se l’è sentita di costituire una maggioranza con il partito arabo, perché questo avrebbe causato un forte malumore in “Blu e bianco”, il partito da lui fondato, e probabilmente diverse defezioni; comunque, un’instabilità parlamentare continua e pericolosa. Né, tantomeno, è il caso di invocare il Covid-19, perché l’emergenza sanitaria può essere affrontata con successo anche con un governo provvisorio come quello attuale. La realtà è che il problema del Covid-19 è un pretesto per Gantz. L’alternativa politica messa in campo poco tempo fa dall’avversario di Netanyahu non ha retto alla prova dei fatti, i fatti politici, non quelli meramente numerici. A ciò si deve aggiungere che Gantz aveva accettato, a suo tempo, il piano di pace di Trump. Come si potrebbe conciliare, ora, questa posizione all’interno di una maggioranza composta anche dal partito arabo? Impossibile. Dunque, la realtà dei fatti dà ragione a Netanyahu e condanna il partito di Gantz ad essere soltanto comprimario di una compagine governativa ancora una volta diretta da Bibi. Il problema, nel futuro, sarà il seguente: per quanto tempo “Blu e bianco” si manterrà alleato del centro-destra? O potrebbe sfaldarsi prima ancora di dar vita ad un governo di unità nazionale? L’esempio di Kadima di Tzipi Livni dovrebbe insegnare qualcosa. Il fatto che Gantz diventerà presidente della Knesset e alcuni suoi uomini ministri del nuovo governo Netanyahu non diminuisce per nulla la realtà dei fatti: la guerra scatenata dall’avversario di Bibi, le contumelie a lui rivolte, le affermazioni che mai Gantz si sarebbe alleato con Netanyahu sono state travolte non dal Covid-19 ma dall’incapacità di Gantz di mettere in piedi una vera alternativa al centro-destra. La mediazione che si profila con la creazione di un governo di unità nazionale è una vittoria di Netanyahu e una sconfitta del progetto di Gantz, prematuramente naufragato. Naturalmente tutto è ancora in gioco. Se “Blu e bianco” dovesse sbriciolarsi prima della creazione di un governo di unità nazionale, tutto tornerebbe in ballo. Si deve tener conto del fatto che il partito di Gantz è nato per contrapposizione al potere di Netanyahu, cioè con l’intento primario di affossare il primo ministro. Una volta fallito il progetto, il futuro di “Blu e bianco” è incerto, come il governo che sta per nascere. Un’ultima considerazione è obbligatoria. Mentre il Likud si dimostra un partito saldo, coerente nel tempo, l’alternativa a Netanyahu non ha trovato un punto di unione stabile. Escludendo i piccoli partiti, nel corso degli anni nessuno è riuscito a mettere in piedi una forza politica alternativa coerente, stabile, progettuale. Ciò è da addebitarsi alla debolezza degli avversari, ma soprattutto alla capacità di Netanyahu di portare Israele a primeggiare nel mondo dal punto di vista economico e di difenderlo con una visione strategica di prim’ordine, puntando sullo stretto legame con il governo repubblicano di Donald Trump. Il cedimento di Gantz è l’esito dell’intelligenza politica che Netanyahu, da molti anni, mette al servizio del suo Paese.