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Giorgia Greco
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Leon Pinsker Autoemancipazione
Leon Pinsker

Autoemancipazione. Appello di un ebreo russo ai suoi fratelli

Il Melangolo, euro 12



Per lungo tempo gli ebrei sparsi nei territori dell’Est avevano sperato in una pacifica integrazione. Tra il 1981 e il 1982 una violenta ondata di pogrom investe la Russia zarista e queste speranze tramontano definitivamente. Leon Yehuda Pinsker, nato in Polonia e medico a Odessa, era stato uno dei più attivi sostenitori dell’integrazione. “Auto-emancipazione”, apparso nell’82, è la testimonianza della sua inversione di rotta e uno dei testi fondanti del protosionismo. L’analisi della giudeofobia come malattia incurabile è sostenuta da una verve argomentativa di estrema chiarezza. Anche dove è avvenuta, l’emancipazione legale non ha mai corrisposto a una reale emancipazione sociale. Gli ebrei sono un popolo fantasma, una sopravvivenza sovranazionale ubiqua e inquietante. Ovunque si siano insediati sono entrati in conflitto con le élite nazionali. Ma è soprattutto il loro carattere di eterni sopravvissuti alla diaspora che li pone agli occhi altrui come membri di un popolo che somiglia allo “spettro pauroso d’un morto che cammina fra i vivi”. Quella che affligge i persecutori del popolo ebraico è per Pinsker una malattia psichica ereditaria diventata incurabile. La selva di pregiudizi e calunnie che gravano sull’ebreo-nemico del popolo russo sono di una varietà esemplare. Il giudeo resta comunque un elemento socialmente abominevole. “E’ per i viventi un uomo morto, per gli indigeni uno straniero, per i cittadini un vagabondo, per i ricchi un mendicante, per i poveri uno sfruttatore e un milionario, per i patrioti un senza patria, per tutte le classi un concorrente odiato”. A tutto ciò non resta che il rimedio di un esodo verso una patria indipendente. Dinamico sostenitore dei movimenti che iniziano a teorizzare l’emigrazione, dai “biluim” fautori della costruzione di fattorie e colonie agricole in Palestina a diversi gruppi studenteschi e giovanili, Pinsker diventerà presidente dell’organizzazione Habbat Zion, che tra il 1882 e il 1890 annovera circa 15 mila militanti. Inizialmente restio, il movimento finirà per accettare il supporto finanziario dei ricchi ebrei occidentali. In “Autoemancipazione” la scelta della Terra promessa oscilla ancora tra Palestina, Siria e America del Nord. Piuttosto vaghe nell’offrire indicazioni logistiche circa la strutturazione del nuovo Stato, le pagine di Pinsker intendono dare soprattutto una scossa a “un popolo che ha contribuito alla Storia universale senza aver costruito la sua storia nazionale”.

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