Israele: in campo l'intelligence per bloccare il virus Commento di Fabiana Magrì
Testata: La Stampa Data: 23 marzo 2020 Pagina: 13 Autore: Fabiana Magrì Titolo: «Netanyahu arruola l'intelligence per bloccare il virus»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/03/2020, a pag.21, con il titolo "Netanyahu arruola l'intelligence per bloccare il virus" il commento di Fabiana Magrì.
Fabiana Magrì
Benny Gantz, Benjamin Netanyahu
Una guerra senza regole d'ingaggio al Covid-19. Il primo ministro Benjamin Netanyahu mette in campo misure tecnologiche che sottopongono gli israeliani a controlli che, prima d'ora, erano stati autorizzati per tenere d'occhio i terroristi. Ora che i contagi in Israele hanno superato il tetto del migliaio, che è morto il primo paziente (Arie Even, un sopravvissuto alla Shoah, di 88 anni) e che casi si sono manifestati anche nella Striscia di Gaza, prende velocità la corsa contro il tempo per arginare la diffusione del virus. E l'emergenza si fa urgenza. In questo scenario, è nell'intelligence israeliana che il governo ripone la fiducia per un intervento efficace e con mezzi già disponibili. Il coinvolgimento dei servizi segreti interni, lo Shin Bet, era nell'aria. Specialmente dopo il via libera al pedinamento digitale della diffusione del virus in altre nazioni. A destare perplessità e proteste in un paese che fa della democrazia uno dei suoi valori fondanti, sono le circostanze ad interim in cui è stata presa la decisione. Le misure in mano allo Shin Bet integrano hardware e software. Ma sono l'analisi e l'incrocio dei dati e delle informazioni che possono aiutare le autorità sanitarie a identificare rapidamente un paziente infetto, gli spostamenti, il suo potenziale contagio.
Tutto parte dallo smartphone. Ogni compagnia telefonica archivia i dati del suo abbonato: nome, documento di identità, carte di credito. E ciascuno lo usa per raccogliere foto, video e informazioni private. L'intelligence sa come incrociare i dati sulla persona tracciandone gli spostamenti tramite Gps e con le immagini registrate dalle telecamere stradali. E possono monitorare conversazioni telefoniche e chat. Altri elementi emergono dall'osservazione di comportamenti e post sui social. Non solo in tempo reale, ma indietro nel tempo fino a due settimane. L'obiettivo, annunciato da Netanyahu, è di aumentare prima possibile i tamponi fino a 5 mila test quotidiani. Per riuscirci, sono all'esame progetti pilota come quello di Tel Aviv, dove il Magen David Adom (il pronto soccorso israeliano) sta attrezzando aree di screening in modalità drive-in. E a Haifa un team congiunto dell'Istituto Technion e dell'ospedale Rambam ha messo a punto un sistema per esaminare con efficacia gruppi di 64 campioni per volta. Il cyber-monitoraggio verso i propri cittadini è considerata, in Israele, una misura eccezionale e come tale ha una scadenza. Non potrà rimanere in vigore per più di trenta giorni. Ma timori su privacy e archiviazione dei dati personali sono state sollevate dall'opposizione e sono all'esame della Corte Suprema israeliana. Se, entro martedì, una Commissione della Knesset non sarà coinvolta nell'approvazione dell'ordine del premier, il tribunale garante delle istituzioni bloccherà i provvedimenti.
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