Pettegolezzi, errori di grafia, attacchi a Netanyahu: questo è il giornalismo di Repubblica In un pezzo a firma di Vincenzo Nigro
Testata: La Repubblica Data: 20 marzo 2020 Pagina: 20 Autore: Vincenzo Nigro Titolo: «'Abbiamo trovato 100 mila kit'. Ma il Mossad inciampa sui tamponi»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 20/03/2020, a pag.20, con il titolo " 'Abbiamo trovato 100 mila kit'. Ma il Mossad inciampa sui tamponi", il commento di Vincenzo Nigro.
Quello di Vincenzo Nigro è un articolo di pettegolezzi che servono a descrivere i presunti limiti della democrazia israeliana di fronte al Coronavirus. A conferma della scarsa competenza del giornalista, la grafia sbagliata "Moshe Bar Siman-Tav", invece di Siman-Tov, come sarebbe corretto. Non mancano i soliti attacchi unidirezionali contro Benjamin Netanyahu, consueti sulle colonne di Repubblica.
Ecco l'articolo:
Vincenzo Nigro
Il coronavirus manda in tilt proprio tutti, perfino il Mossad israeliano. C'è una storia in apparenza minore, che però dimostra che in tempi di pandemia perfino Israele vive momenti di inefficienza nel coordinamento delle sue amministrazioni. La storia è questa: come tutte le agenzie dello Stato, anche il Mossad è stato incaricato dal premier Bibi Netanyahu di fare qualsiasi cosa per aiutare a fermare il virus mortale. ll capo del Mossad, Yossi Cohen, è partito a caccia per recuperare in giro per il mondo migliaia di tamponi per testare il virus. Una missione clandestina, condotta con un primo successo: l'altra notte sono arrivati «da due Paesi con cui non intratteniamo relazioni diplomatiche» i primi 100mila kit per i test. La notizia viene lasciata filtrare da fonti anonime ai siti israeliani, nello stile del Mossad che non fa comunicati stampa ufficiali. Ma passano poche ore e il direttore generale del Ministero della Sanità, Moshe Bar Siman-Tav, raggela l'orgoglio delle spie più spietate del mondo: «Quei kit che ci avete portato in aereo sono inutili, ci mancano elementi essenziali per fare i test». Quindi. prima falla per il Mossad: si fa vendere roba inutile. Seconda falla nel sistema: un direttore generale di un ministero israeliano che rivela che un'operazione del Mossad è una fregatura. Sulle prime il servizio reagisce rispondendo colpo su colpo, ma in forma anonima: «Vi abbiamo procurato quello che ci è stato richiesto, e se serve possiamo organizzare altri voli, perché il canale è aperto». Si prospetta uno scontro fra Mossad e Sanità, un inedito nelle liti interne israeliane. Ma velocemente la palla passa all'ufficio del primo ministro, che getta acqua fredda su tutti; il Mossad dipende dal premier, e Netanyahu impone la linea sia al servizio che al Ministero della Sanità. Bar Siman-Tav, ll direttore generale, dichiara che «il loro lavoro è importantissimo, e quei materiali sono utili». E allora il Mossad che aggiunge «se serve con i nostri canali possiamo portare milioni di kit».
Benny Gantz, Benjamin Netanyahu
Tutto questo accade in ore difficilissime per la politica israeliana. Facendo leva sull'emergenza coronavirus, lunedì sera Netanyahu ha suggerito al presidente della Knesset, Yuli Edelstein, di chiudere il Parlamento fino a nuovo ordine. È insorto Blu e Bianco, il partito di Benny Gantz che è stato incaricato di tenere le consultazioni per il nuovo governo: «Con la scusa del coronavirus Netanyahu congela la democrazia, non permette di eleggere un nuovo presidente al posto di Edelstein», e blocca la formazione delle commissioni parlamentari che devono avviare il lavoro legislativo della Camera. Le critiche a Netanyahu e al presidente della Knesset del Likud sono talmente forti che "Blu e Bianco" ha fatto ricorso alla Corte Suprema. E lo stesso presidente Rivlin ha chiamato Edelstein per "implorarlo" di riaprire il Parlamento. Lo scrittore Yuval Noah Harari, uno degli intellettuali israeliani più noti al mondo, attacca la politica di Netanyahu, definendola semplicemente "la politica di una dittatura".
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