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La Stampa Rassegna Stampa
19.03.2020 Se il libro è pessimo, la recensione è ancora peggiore
Di Antonio Monda a proposito del romanzo di Colum McCann

Testata: La Stampa
Data: 19 marzo 2020
Pagina: 21
Autore: Antonio Monda
Titolo: «La tragedia di due padri, Israele e Palestina uniti nello stesso dolore»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/03/2020, a pag.21, con il titolo "La tragedia di due padri, Israele e Palestina uniti nello stesso dolore" il commento di Antonio Monda.

Il libro di Colum McCann è il classico esempio di romanzo pieno di buone intenzioni e di disinformazione allo stesso tempo. La situazione che descrive, riportata con entusiasmo da Antonio Monda, è funzionale infatti a porre sullo stesso piano Israele e rivendicazioni arabe palestinesi, l'esercito di uno Stato democratico e il terrorismo assassino. Per farlo viene strumentalizzato il dolore di due famiglie che perdono un figlio.

Fuori luogo l'entusiasmo di Monda sia per il presunto valore artistico del libro sia per quello etico, ancora più dubbio. Come se non bastasse, Monda nell'elencare alcuni nomi di artisti e scrittori che avrebbero unito a una condotta personale esecrabile grandi risultati artistici accosta Polanski a Céline. Roman Polanski, uno dei più grandi registi viventi, messo sullo stesso piano di un fanatico nazista e antisemita è cosa che non merita ulteriore commento.

Ecco l'articolo:

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Antonio Monda

È appena uscito negli Stati Uniti e nel Regno Unito un libro dall'alta qualità artistica e la straordinaria importanza politica e morale. Si intitola Apeirogon e ne è autore l'irlandese Colum McCann, vincitore nel 2011 del National Book Award con Questo bacio vada al mondo intero. È molto raro che un'opera riesca ad eccellere sia sul piano etico che estetico: troppo spesso abbiamo assistito allo spettacolo di libri o film celebrati per via di un messaggio edificante senza che avessero un'autentica qualità artistica. Più complessa la situazione inversa, perché la compiutezza artistica può essere a volte raggiunta a prescindere dal contenuto (l'abominevole messaggio dei film di Leni Riefensthal è veicolato da immagini di indubbia qualità), e anche dal comportamento morale dell'autore: basta pensare a Céline, Polanski o Caravaggio. Il libro di McCann rappresenta dunque una magnifica eccezione, ed è stato accolto come una «capolavoro» sia da The Guardian che The Observer, dove Alex Preston si è spinto a dire che «è un romanzo che cambierà il mondo». Il New York Times si è aggiunto alle lodi a firma di Julie Orringer, che ha parlato di un libro «potente, brillante e dalla meravigliosa complessità».

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Colum McCann

Anche da un punto di vista narrativo Apeirogon rappresenta un'eccezione: si colloca infatti a metà tra la narrativa e la saggistica, prediligendo sempre il tono di un asciutto lirismo. Il libro racconta la vicenda dell'israeliano Rami Elhanan e il palestinese Bassam Aramin, i quali si trovano accomunati da una tragedia: l'uccisione delle rispettive figlie nell'ambito del conflitto tra i due popoli. Smadar, la figlia di Rami, muore per mano di un palestinese che si fa esplodere in un attentato terroristico, mentre Abir, figlia di Bassam, è uccisa da un diciottenne soldato israeliano che spara all'impazzata sui civili inermi.
Dopo essere stata colpita, la piccola viene ricoverata in un ospedale non attrezzato per un'operazione d'emergenza. È mandata quindi urgentemente in un altro centro medico, ma l'ambulanza viene fermata ad un posto di blocco, e muore prima di arrivare all'Ospedale Hadassah, lo stesso dove era nata Smadar. Il racconto delle uccisioni è struggente, e McCann riesce a rendere perfettamente l'orrore e l'angoscia dei genitori: Bassam racconta di sentirsi «ancora dentro quell'ambulanza, sperando che lei si muova», e Rami confida di cercarla ancora «nelle strade, nei negozi, nel posto dove acquistava il gelato». 
Se il primo dice che, la tragedia gli «ha tolto, oltre alla figlia, la paura» il secondo confessa di anelare «una vita spettacolarmente banale», ma entrambi hanno la missione esistenziale di parlare delle figlie per tenerle in vita: sono diventati amici e testimoniano in prima persona come anche un dolore così assurdo e atroce possa portare alla redenzione. Apeirogon è il termine scientifico utilizzato per un oggetto con infiniti lati: una delle riflessioni alle quali induce questo magnifico libro è quello relativo agli infiniti punti di vista, e quindi le infinite verità, che caratterizzano l'esperienza umana. Commovente in tal senso l'itinerario di Bassam, che da giovane è stato in galera per aver lanciato una bomba incendiaria a un gruppo di israeliani: dopo la tragedia decide di studiare la storia dell'Olocausto, che per i palestinesi è un'invenzione propagandistica del popolo ebraico. McCann non si accontenta dello straordinario valore etico di quanto racconta, e trasforma la vicenda in materia che assume una forma artistica compiuta, con passaggi folgoranti e riflessioni dove lo sconcerto si fonde con l'anelito. 
Con un chiaro riferimento alle Mille e una Notte, il libro è diviso in 1001 capitoli: Mc Cann li definisce Cantos, e trovano il climax nel centro, dove i due padri raccontano lo strazio delle morti delle piccole. Già con Zoli, dedicato alla cultura Rom, McCann aveva dimostrato il talento di immergersi in una cultura lontana dalla sua, ma in questo caso la passione, la condivisione e l'estrema accuratezza lo fanno arrivare ad un'eccellenza che ancora non aveva raggiunto. Non è un caso che Steven Spielberg abbia acquistato i diritti del testo per farne la terza parte della trilogia dedicata al popolo ebraico dopo Schindler's List e Munich. Questo libro potente e importante, tutto teso a comprendere le ragioni e il dolore degli altri, è pieno di pagine indimenticabili, come il racconto dello scempio del corpo di Cristo nella crocefissione e la messa in scena di uno spettacolo musicale nel campo di sterminio di Theresienstadt. Ma forse quello che rimane maggiormente impresso è il racconto di un viaggio di Jorge Luis Borges a Gerusalemme: è suo il meraviglioso verso di una poesia che racconta meglio di ogni altra cosa il dolore dei due padri per la morte delle figlie: «Con te e senza te è l'unico modo che conosco per misurare il tempo».

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