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La Stampa Rassegna Stampa
16.03.2020 Siria, Idlib: ecco il drammatico rapporto dell'Unicef
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 16 marzo 2020
Pagina: 16
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Rapporto Unicef: 5 milioni di bimbi nati con la guerra 9000 uccisi o feriti»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/03/2020, a pag.16, l'articolo di Giordano Stabile dal titolo "Rapporto Unicef: 5 milioni di bimbi nati con la guerra 9000 uccisi o feriti".

Come al solito, i massacri interni al mondo islamico non interessano a nessuno. Il discorso cambia immediatamente, invece, se si può accusare Israele di qualcosa...

Ecco l'articolo:

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Giordano Stabile

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Idlib, Siria

La Siria entra nel suo decimo anno di guerra civile e i bilanci sono terrificanti. Almeno 384 mila morti, compresi 119 mila civili, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, una delle fonti più attendibili. E di questi migliaia sono bambini, come ha confermato l'ultimo rapporto dell'Unicef. Il livello degli scontri è sceso nell'ultimo anno, dopo la riconquista di quasi tutto il territorio da parte del regime di Bashar al-Assad. 
Pattuglie per il cessate il fuoco
Resta un ultimo fronte, quello di Idlib, che ha visto una prolungata offensiva governativa dal 19 dicembre al 5 marzo, quando Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin hanno concordato una tregua che ha spartito in due la provincia lungo l'autostrada M4 Lattakia-Aleppo. Ma anche questo cessate-il-fuoco appare fragile e ieri i ribelli hanno bloccato le pattuglie congiunte russo-turche che dovrebbe garantire la tregua. 
In tutto ciò ci sono ancora 960 mila sfollati, la metà minori, lungo la frontiera con la Turchia. Le condizioni dei più piccoli sono terrificanti, come sottolinea il rapporto dell'Unicef: 4,8 milioni di bambini sono nati durante la guerra, un milione di loro come rifugiati nei Paesi vicini. E poi: 7,5 milioni di bambini hanno bisogno di aiuto, 5 milioni in Siria e 2,5 nei Paesi limitrofi, altri 2,6 milioni sono sfollati interni e 2,5 milioni sono registrati come rifugiati nei Paesi vicini, soprattutto Turchia, Libano e Giordania. I combattimenti hanno ucciso o ferito 9 mila bambini, altri 5 mila, «alcuni anche di sette anni», sono stati reclutati nella battaglia. E infine mille strutture scolastiche e mediche sono state attaccate.
In Siria, che contava 22 milioni di abitanti nel 2011, sono rimaste circa 18 milioni di persone, 14 nelle zone governative, l'80% del Paese. La Turchia si è ritagliata circa 13 mila chilometri quadrati sotto il suo controllo, il 7 per cento del territorio, il resto è gestito da curdi filo-Usa. Ma a Idlib comandano ancora i jihadisti di Hayat al-Tahrir al-Sham, l'Al-Qaeda siriana. Si oppongono al cessate-il-fuoco concordato fra Ankara e Mosca e cercano di trascinare i turchi in un'altra battaglia contro il regime, per recuperare le aree perse dal 19 dicembre. Ieri i suoi militanti, alcuni armati di Kalashnikov, hanno organizzato manifestazioni e posti di blocco lungo l'autostrada M4 per bloccare le pattuglie russo-turche e sono anche partiti colpi di arma da fuoco. Alla fine la folla di barbuti e donne in niqab nero, simile al burqa che indossano le afghane, hanno fermato le pattuglie. Il rischio di scontri è di nuovo altissimo.

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