Il complottismo al tempo del Coronavirus Commento di Francesco Specchia
Testata: Libero Data: 14 marzo 2020 Pagina: 13 Autore: Francesco Specchia Titolo: «Qualcosa non torna»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/03/2020, a pag. 13, con il titolo "Qualcosa non torna", il commento di Francesco Specchia.
Il Coronavirus, è una roba strana, puzza di sceneggiatura, è qualcosa di più di una storia di cinesi zozzoni e pipistrelli mangiati crudi. Ma dài, pensaci. C'entra Giggino Di Maio che ha fatto quello strepitoso accordo con la Cina per la Via della Seta, e per farlo saltare ci si sono messi i servizi segreti di Germania e Francia. Anzi no, è opera di BM Gates: sul virus ci fa il business. Anzi no, è colpa di Trump - in fondo è sempre colpa di Trump - che ha sempre odiato gli involtini primavera dei film di Bruce Lee. Anzi, no: trattasi d'esperimento batteriologico sfuggito di mano. Ecco. Questi sono solo alcuni dei discorsi, a metà tra John Le Carrè e i terrapiattisti, che affollano i miei social in queste ore. Rimbalzano e si mescolano tra le notizie del contagio come ai tempi degli untori della peste nera. Ne arrivano a carrettate, di fake news sul Coronavirus; e consegnano ad ognuno il complotto preferito. Alcune posseggono un indubitabile fascino. Ieri mi è apparsa questa su WhatsApp da un lettore: «Di Maio fa l'asse commerciale con la Cina; Germania e Francia, per impedire che l'Italia abbia una corsia preferenziale col Dragone, fanno entrare in scena i loro servizi segreti che si mettono d'accordo col Mossad per mettere in ginocchio l'economia cinese-italiana. Così fanno infettare un ricercatore ignaro, nella centrale batteriologica - lo chiameremo il "contagiato 0"- di Wuhan, e lo mandano a Codogno a diffondere il morbo». Finisce che gli americani applaudono perché si tolgono dalle palle i cinesi, e gli israeliani che hanno il Mossad, l'intelligence migliore del mondo, preparano il vaccino che, essendo ebrei, venderanno al miglior offerente. E conclude: «Che ne pensa?». Cosa vuole che ne pensi, caro il mio fantasioso lettore. A parte che l'intelligence migliore del mondo ce l'hanno i cinesi, be', sono ammirato. Il giovane cronista Mark Twain le chiamava Hoax: erano bufale divine, articoli completamente inventati ma talmente belli che diventava un peccato sporcarli con la verità. E il Coronavirus è una fucina di cazzate meravigliose. C'è quella di Bill Gates e la moglie Melinda che nell'ottobre 2019 avevano organizzato con la loro fondazione e il Center for Health Security della John Hopkins University il famigerato "evento 201", inquietante simulazione di cosa sarebbe potuto accadere all'economia e agli equilibri mondiali «nel caso della diffusione di una gravissima pandemia». E il vecchio Bill o ha fattola finta di stanziare 100 milioni per la ricerca del vaccino, che si rivenderà a prezzi da usura. C'è il gossip che la pandemia sarebbe stata decisa a Davos da Greta Thunberg e la sua collaboratrice Verena Brunschweiger con Soros nell'ombra, per «estinguere l'umanità e salvare l'ambiente». La versione più completa è che Greta sia solo una parte del puzzle, e che siano stati i terroristi ecologici: viene citata una presunta simulazione di contagio da un virus zoonotico (zoonotico...) trasmesso da pipistrelli e maiali alle persone e poi da persone a persone, «e il piano originale era che l'agente patogeno si sarebbe sviluppato in Brasile e poi da Ti in l'America del sud, Usa, Europa e Cina». Poi, c'è anche l'altra versione asiatica, dove i cinesi non c'entrano (ecco perché ne crepano pochi): c'entrano invece i coreani del sud della città di Deaugu, gemellata con Milano. E attraverso Deaugu avvengono gli scambi tra le loro industrie tessili e le nostre industrie del lusso: sarebbero loro i principali infettatori.
AFFRESCO ROMANZESCO Ma, al di là della stroboscopica narrazione da cinema, spuntano anche formidabili minutaglie, notiziole buttate lì, piccole cazzatelle incontrollabili che messe insieme formano un affresco romanzesco. Esempi? Il Coronavirus è poco più di un'influenza spacciata per epidemia globale per terrorizzarci e governare il mondo tramite la paura (un po' Salvini, diciamo). Il Coronavirus è uno strumento degli Agnelli per stravolgere la serie A e far vincere lo scudetto alla Juve. O ancora, è un piano delle multinazionali per vendere milioni di container di disinfettante («Perché, sennò, su quelle etichette ci sarebbe scritto "contro il Coronavirus" dal 2009?». Risposta: perché nel 2009 girava un altro tipo di Coronavirus). Il Coronavirus è un'epidemia che in Cina fa svenire le persone tra gli scaffali, e in Cina in realtà hanno cremato «milioni di morti, lo si capisce dall'aria che sa di anidride solforosa». L'anidride solforosa. Se continua così, vedremo aumentare i contagi, conteremo danni e morti, perderemo almeno 3 punti di Pil e il nostro interscambio con la Cina da 44 miliardi. Ma continuiamo a non resistere all'atavica tentazione d'infilarci nel complotto. Rimaniamo un popolo di poeti, santi, navigatori, allenatori e virologi di basso cabotaggio, e narratori catastrofisti oltre l'autolesionismo. Molto oltre...
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