Coronavirus: Israele alla ricerca del vaccino Commento di Daniel Mosseri
Testata: Libero Data: 08 marzo 2020 Pagina: 7 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «Israele fa il blitz: 'Presto il vaccino'»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/03/2020, a pag. 7, con il titolo "Israele fa il blitz: 'Presto il vaccino' " l'analisi di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Stati Uniti 312, Israele 21. Nella conta delle persone ammalate di coronavirus, la superpotenza americana batte il piccolo Stato mediorientale. Rispetto però alla popolazione complessiva (329 milioni di abitanti negli Usa contro 8,9 milioni nello stato ebraico), il numero di persone contagiate in Israele è di circa 2,5 volte superiore a quello degli Usa. Il dato non sorprende vista la maggiore distanza geografica degli Stati Uniti dai principali focolai del Covid-19, ossia la Cina e l'Europa; il paziente zero nel Vecchio Continente sarebbe l'impiegato di un'azienda bavarese infettato da una collega di Shanghai che ha visitato la Baviera dopo essere stata contagiata dai genitori originari di Wuhan. In Israele come negli Usa, l'arrivo del virus ha stravolto la normalità: la compagnia ferroviaria Amtradc, per esempio, ha sospeso fino a fine maggio l'Acela Express, il treno che collega Washington DC a New York City. Nello stato con la Grande Mela, si registrano ben 76 dei 312 casi nazionali, un dato che ha spinto il governatore Andrew Cuomo a dichiarare lo stato d'emergenza. Emergenza che è già quotidianità in Israele, un Paese che sta bloccando i voli in arrivo dall'Europa e dall'Asia e dove le persone in quarantena sono 70 mila, inclusi mille effettivi delle Israeli Defense Forces. Eppure è proprio da queste due nazioni in allarme che giungono notizie di speranza contro la diffusione del Covid-19. Un gruppo di ricercatori di Seattle ha iniziato a reclutare volontari negativi al tampone per il coronavirus, chiedendo loro di partecipare a uno studio clinico per un vaccino sperimentale contro l'agente patogeno. Il Wall Street Journal ha spiegato che il vaccino, sviluppato dalla società di biotecnologia Moderna Therapeutics, è stato inviato al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niad) nel Maryland il 24 febbraio con l'obiettivo di avviare una sperimentazione su un gruppo di 45 volontari di età compresa fra i 18 e i 55 anni d'età. A differenza di altri vaccini, quello sviluppato a Seattle non contiene una forma attenuata del Covid-19 ma è basato un segmento di RNA artificiale che dovrebbe aiutare il sistema immunitario a riconoscere e a regine contro il virus di Wuhan. Se peri test di Moderna Therapeutics si prevedono tempi lunghi, più veloce potrebbe essere l'esito della sperimentazione condotta in Israele dal Migal Galilee Research Institute di Kiryat Shmona, in Galilea a un pugno di chilometri dal confine col Libano. In una nota diffusa dall'istituto si legge che «dopo quattro anni di ricerca, gli scienziati del Migal hanno messo a punto un vaccino efficace contro il virus della bronchite infettiva aviaria (IBV)», L'IBV è un coronavirus che infetta il pollame, e i ricercatori del Migal hanno spiegato che il vaccino a uso animale «sarà presto adattato per creare un vaccino per l'uomo contro il Covid-19». Il ricercatore capo, Chen Katz, ha spiegato che il vaccino del Migal usa una proteina come vettore per trasportare l'antigene nei tessuti della mucosa, che non risulta più esposta agli attacchi del virus. «Negli studi in vivo, i ricercatori hanno dimostrato che la vaccinazione orale induce elevati livelli di anticorpi specifici anti-IBV». Ottimismo è stato espresso da David Zigdon, ad dell'istituto di ricerca: «II nostro obiettivo è produrre il vaccino nelle prossime 8-10 settimane e ottenere l'approvazione di sicurezza in 90 giorni. Si tratterà di un vaccino orale, il che lo renderà particolarmente accessibile al pubblico». Nel 2019, il ministero israeliano della Scienza e della Tecnologia ha finanziato l'istituto con 7,5 milioni di euro.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante