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Italia Oggi Rassegna Stampa
07.03.2020 Berlino: dalle pietre d'inciampo alla storia degli ebrei tedeschi vittime del nazismo
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 07 marzo 2020
Pagina: 14
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Una vera storia in una valigia»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 07/03/2020, a pag.14 con il titolo "Una vera storia in una valigia" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Due piccoli fatti collegati, tra la Germania e la Gran Bretagna, che ci riguardano da vicino. Nei giorni scorsi, a Berlino, sono state poste tre Stolperstein, le pietre d'inciampo, innanzi al palazzo della Springer Verlag. A Londra, Bobby Lax, 52 anni, ha scoperto in garage una valigia zeppa di ricordi del padre, foto, lettere, ritagli di giornale, che raccontano il destino della famiglia, vittima del nazismo. Le tre pietre innanzi alla casa editrice ricordano Jacob Lax, nato nel 1880, sua moglie Amalie, nata nel 1883, entrambi uccisi a Auschwitz lo stesso giorno, il 14 gennaio del '43. La terza pietra porta il nome di Edgar, nato nel 1922, l'unico scampato, fuggi prima in Olanda, poi in Gran Bretagna. In Germania le pietre ricordano anche gli ebrei vittime della persecuzione, ma che riuscirono a salvarsi. Sono i nonni e il padre di Bob. La valigia è in cuoio rosso, malandato, la serratura arrugginita. Per decenni è rimasta dimenticata o, meglio, nascosta sotto decine di casse, in una villetta alla periferia di Londra. «Non ne sapevo nulla, mio padre raccontava poco e malvolentieri del passato. Voleva dimenticare la tragedia, o risparmiare i suoi figli». Dove oggi si trova la Springer, alla fine degli Anni Trenta, i Lax abitavano in un appartamento di sei stanze, nella Zimmerstrasse. Berlino è stata sconvolta dalla guerra, e dalla divisione, il palazzo è scomparso sotto le bombe, la strada oggi ricorda Rudi Dutschke, il leader del '68.1 Lax erano benestanti, avevano un negozio di moda per signore. Prima della guerra i grandi sarti berlinesi erano ebrei. A lungo, anche durante il III Reich, le mogli dei gerarchi nazisti compravano le toilettes nei loro negozi e sartorie. E innanzi alla Springer altre 84 Stolpersteine ricordano gli ebrei che vivevano nei palazzi scomparsi. Il 30 dicembre del `38, i Lax ricevono una lettera, il permesso di lasciar partire il figlio Edgar, minorenne, con un Kindertrasport, un treno di bambini per Eindhoven, in Olanda. Gli avranno affidato la valigia con la storia di famiglia. Edgar andrà poi a Londra: gli inglesi accoglieranno un migliaio di bambini e ragazzi ebrei come lui. Altri 500 rimarranno in Olanda, e verranno uccisi. Eppure, Radio Londra, evitava di denunciare la Shoah, quanto avveniva nei Lager, nel timore che molti ascoltatori sarebbero stati d'accordo. Amalie e Jacob fuggono in Olanda il 13 aprile del `40, ma non riescono a varcare la Manica, saranno sorpresi dall'invasione nazista e deportati. Ancora una contraddizione: i giovani del `68 andavano a manifestare contro i giornali di Axel Springer, perché continuava a far scrivere Ddr (Germania orientale, comunista) tra virgolette, era uno dei pochi a sperare nella riunificazione, e quindi era un nostalgici) del passato. Eppure i giovani si rivoltavano contro le colpe dei padri, piccoli collaboratori del regime, e allo stesso tempo erano contro Israele, e contro gli ebrei, colpevoli dei crimini del capitalismo. Le stesse accuse rivolte dai nazisti: gli ebrei colpevoli di tutto. Springer era un amico di Israele ma era anche contro Willy Brandt, temeva che la sua Ostpolitik avrebbe portato al definitivo riconoscimento della Germania Est. Invece fu il primo passo verso la caduta del muro e la riunificazione. Oggi gli inglesi solidali verso i tedeschi perseguitati da Hitler, escono dall'Europa, per loro l'Ue guidata dalla Germania, persegue la politica di dominio di Hitler, e i caricaturisti rappresentano Angela con i baffetti del Führer. E in Gran Bretagna come in Francia cresce l'antisemitismo, in Germania gli ebrei non sono più sicuri di mostrarsi per strada. La valigia ritrovata nella villetta di Londra ricorda la nostra storia, di quanti oggi si battono contro il razzismo, e di altri che chiudono gli occhi, credono che Auschwitz sia una fake news, o votano per partiti nostalgici.

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