Tunisi, attacco terrorista all'ambasciata americana Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 07 marzo 2020 Pagina: 12 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Attacco jihadista all'ambasciata americana: morto un agente»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/03/2020, a pag.12, con il titolo "Attacco jihadista all'ambasciata americana: morto un agente", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
L'ambasciata americana a Tunisi
Due jihadisti appena scarcerati hanno messo a segno il primo serio attacco terroristico a Tunisi da quasi un anno. I due militanti sono arrivati in moto al check-point principale davanti all'ambasciata americana, nel distretto del Lac, e hanno tentato di forzare l'ingresso. Poi si sono fatti esplodere in mezzo ai poliziotti che cercavano di neutralizzarli. Un poliziotto è morto, altri quattro sono stati feriti, assieme a una donna. L'esplosione ha dilaniato i due attentatori e ridotto la motocicletta a un ammasso di rottami. Le autorità americane hanno subito avvisato i connazionali e consigliato di non avvicinarsi alla zona. I commercianti dell'area hanno parlato di una «potente esplosione», con i resti dei terroristi «sparsi per terra». I due kamikaze erano conosciuti dalle forze dell'ordine, erano stati detenuti per reati di terrorismo minori, poi rimessi in libertà e sottoposti alla misura di divieto di espatrio. Un precedente che farà discutere, come già i casi in Gran Bretagna, con due attentati in pochi mesi condotti da jihadisti condannati e scarcerati dopo pochi mesi.
La Tunisia è però più fragile e ha sofferto moltissimo per i due tremendi attacchi messi a segno dall'Isis nell'estate del 2015, in un spiaggia di Sousse e al museo del Bardo a Tunisi. La scorsa estate lo Stato islamico è riuscito di nuovo a colpire, ma con molta meno forza. Un poliziotto era rimasto ucciso in un attentato all'ambasciata francese. Le forze di sicurezza sono oggi meglio preparate, gli attacchi si sono diradati, sono meno efficaci. Lo ha sottolineato il portavoce del ministero dell'Interno Khaled Hayouni: «Si è trattato di un attentato fallito – ha commentato - il modus operandi di questo attacco dimostra il suo lato arbitrario e come gli attentatori suicidi si facciano esplodere a caso: ciò dimostra anche che la polizia ha vinto la guerra contro il terrorismo». Dichiarazioni forse troppo ottimistiche. Nel Sud del Paese sono ancora attive cellule dell'Isis e di Al-Qaeda, seppure braccate e decimate. La Tunisia subisce anche l'instabilità in Libia e non ha ancora trovato un equilibrio politico stabile, a 9 anni dalla cacciata del raiss Ben Ali. Una settimana fa si è data un nuovo governo, guidato da Elyes Fakhfakh, che è riuscito a mettere insieme una coalizione con partiti laici e islamici, dopo che il candidato di Ennahda, un movimento vicino ai Fratelli musulmani, non era riuscito a ottenere la fiducia. Il presidente Kais Saied aveva minacciato di sciogliere l'assemblea e tornare al voto.
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