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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
26.02.2020 La linea del Vaticano si riflette in un nuovo articolo contro Israele
Mentre i 'palestinesi' vengono assolti da ogni responsabilità

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 26 febbraio 2020
Pagina: 3
Autore: la redazione di OR
Titolo: «Invase le terre del Patriarcato di Gerusalemme dei latini»
Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 26/02/2020, a pag. 3, l'articolo "Invase le terre del Patriarcato di Gerusalemme dei latini".

La disinformazione di OR passa attraverso la scelta delle parole. Il quotidiano cattolico scrive "Palestina" invece di "Territori contesi" e si scaglia in modo unidirezionale contro i "coloni", dimenticando le condizioni di assedio in cui sono costretti a vivere per sopravvivere alla violenza dei terroristi. OR riflette la linea del Vaticano, espressa recentemente da Papa Bergoglio in un intervento che colpevolizza Israele e Stati Uniti, come ha chiarito Fiamma Nirenstein: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=9&sez=120&id=77574

Ecco l'articolo:


Papa Bergoglio

Migliaia di coloni israeliani hanno fatto irruzione in alcuni terreni appartenenti al Patriarcato di Gerusalemme dei latini, e l'atto dimostrativo — «dagli evidenti connotati intimidatori» riferisce l'agenzia Fides — non ha provocato alcuna reazione da parte delle autorità israeliane. Il fatto è accaduto a Tayasir, vicino a Tubas, nella Palestina settentrionale, nella giornata di venerdì 1 febbraio. I coloni israeliani, giunti a bordo di decine di pullman e automobili, hanno compiuto una vera e propria marcia dimostrativa sui terreni di proprietà del Patriarcato. Secondo la Fides, inoltre, pochi giorni prima alcuni gruppi di coloni avevano portato il proprio bestiame sugli stessi terreni, provocando danni rilevanti. Il Patriarcato riferisce in un comunicato diffuso attraverso i propri canali ufficiali di aver denunciato presso le autorità israeliane le violazioni perpetrate dai coloni.

Risultato immagini per Tayasir
Tayasir, nei Territori contesi

Il Patriarcato si è detto «molto preoccupato non solo per le violazioni dei coloni nelle sue proprietà, ma anche per la mancanza di azione da parte delle autorità israeliane per porre fine a tali reati» si legge nel comunicato. «Esortiamo — afferma ancora il comunicato — le autorità israeliane, ancora una volta, a far rispettare la legge da tutte le persone sotto il loro controllo, vietando loro di irrompere illegalmente nelle nostre proprietà». Secondo Fides, gli atti intimidatori perpetrati da gruppi di coloni «vanno letti anche alla luce delle recenti scelte unilaterali operate dall'Amministrazione Usa in merito al destino presente e futuro delle terre della Palestina occupate da Israele». Il progetto di "soluzione" del conflitto israelo-palestinese lanciato dagli Stati Uniti il 28 gennaio concederebbe a Israele la possibilità di estendere la sovranità agli insediamenti di coloni disseminati nei territori palestinesi, ma nel contempo chiede a Israele di congelare la costruzione di nuovi insediamenti in quei territori per quattro anni. Alcuni giorni fa, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che oltre cinquemila nuove abitazioni per coloni israeliani saranno costruite in zone chiave di Gerusalemme Est, nei quartieri di Har Homa e Giv'at Hamatos. Il fatto grave è che entrambi gli insediamenti — hanno fatto notare i palestinesi — si trovano nella zona che collega l'area circostante Betlemme con Gerusalemme est.

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ornet@ossrom.va

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