Benjamin Netanyahu vs Benjamin Gantz Due servizi di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Sette Data: 21 febbraio 2020 Pagina: 28 Autore: Davide Frattini Titolo: «Benjamin Netanyahu - Benjamin Gantz»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - SETTE di oggi, 21/02/2020, a pag.28-30 con i titoli "Benjamin Netanyahu", "Benjamin Gantz" due commenti di Davide Frattini.
Davide Frattini
Ecco gli articoli:
"Benjamin Netanyahu"
Benny Gantz, Benjamin Netanyahu
Benjamin e Sara si sono conosciuti su un volo El Al, lui era viceministro degli Esteri, lei una hostess. Durante la sosta all'aeroporto di Amsterdam-Schiphol, Olanda, gli lascia un biglietto con il nome e il numero di telefono. «Tornati in Israele si sono rivisti qualche volta, non c'era grande sintonia», commenta il giornalista Ben Caspit, tra le firme più note e biografo — di sicuro non autorizzato — del leader politico. Le regole Eppure Benjamin Netanyahu e Sara Ben-Artzi si sono sposati nel 1991 (anche perché lei è rimasta incinta) e da allora continuano a volare insieme, questa volta seduti uno accanto all'altra. Sara lo segue in tutte le trasferte di Stato e le assistenti devono rispettare alcune regole, elencate sul foglio distribuito prima del decollo: il precetto da rispettare con più disciplina — racconta il quotidiano Haaretz — è quello di non rivolgersi direttamente al premier e di comunicare solo attraverso la moglie per qualunque offerta/richiesta, che sia il tè, il caffè, «preferisce il pollo o il vitello?». Bibi — come lo chiamano amici e nemici — è il primo ministro con il record delle miglia, le sue visite all'estero sono incessanti e anche gli avversari gli riconoscono di aver rafforzato l'immagine internazionale del Paese. Guida il governo senza interruzioni dal 2009, lo scorso luglio con 13 anni e 128 giorni, quattro mandati in totale, ha battuto il primato di longevità al potere detenuto da David Ben-Gurion, considerato il padre fondatore della patria. I fedelissimi nel partito Likud lo chiamano il Mago per la capacità di estrarre dal cilindro le vittorie elettorali: anche se in settembre ha perso di poco, è riuscito a manovrare perché lo sfidante Benjamin «Benny» Gantz non fosse in grado di mettere insieme una coalizione e gli israeliani sono costretti a tornare a votare il 2 marzo per la terza volta in meno di un anno. È stato il Mago a introdurre nella politica locale le tecniche imparate negli Stati Uniti da ambasciatore alle Nazioni Unite e che lo hanno aiutato a tamponare le falle delle prime apparizioni, quando sudava in abbondanza e i contendenti indicavano le chiazze sulla camicia come macchie sul suo curriculum di capo nascente della destra. Stratagemmi aggiornati all'era digitale: la sua presenza sui social media è dominante, sa come spingere la macchina elettronica fino ai limiti con i consigli del figlio Yair, che è già stato sospeso da Facebook per i messaggi offensivi. La rivista americana Time, che lo aveva incoronato King Bibi, pochi mesi fa lo ha rimesso in copertina accompagnato dal titolo: «Chi è forte sopravvive». La frase non riecheggia solo la visione pessimista del mondo, ereditata dal padre Ben-Zion che da storico ha studiato per tutta la lunga vita (è morto a 102 anni) le persecuzioni dell'Inquisizione spagnola contro gli ebrei. Il pericolo di un ritorno agli anni bui ha fatto parte dell'educazione di Bibi e ha nutrito la sua battaglia contro il rischio di un Iran con la bomba atomica. La famiglia è stata anche segnata dalla perdita del primogenito Yonathan, ucciso a Entebbe nel 1976 durante il raid per liberare gli ostaggi tenuti dai terroristi palestinesi. Era al comando delle stesse forze speciali in cui ha servito il fratello: è stato quel dolo- re — «il momento peggiore della mia vita» — a spingere Benjamin a lasciare gli Stati Uniti e a pensare alla carriera pubblica. Le accuse In questi mesi a essere minacciata è la sopravvivenza politica di Netanyahu: i magistrati hanno depositato l'incriminazione in per corruzione, abuso d'ufficio, frode, è la prima volta nei quasi 72 anni di storia di Israele — Bibi ne ha 70 — che un primo ministro in carica viene mandato a processo. Lui ripete che si tratta di un golpe giudiziario, di un complotto (con la collaborazione dei media) per deporlo e sottrarre il governo alla destra. In un Paese che ancora considera l'austerità un valore e la ricchezza non viene ostentata, i sostenitori sembrano avergli perdonato le scatole di sigari e le casse di champagne rosé recapitate alla residenza ufficiale in via Balfour a Gerusalemme. Da ricchi ammiratori, sostiene la difesa. Da uomini d'affari in cerca di favori, vuole dimostrare l'accusa.
"Benjamin Gantz"
Nel portafoglio tiene sempre la foto della madre sopravvissuta al campo nazista di Bergen Belsen — il giorno in cui fu liberata pesava 28 chili — e quella del figlio maggiore alla cerimonia di arruolamento nella brigata paracadutisti. ara queste due immagini è racchiusa tutta la storia del popolo d'Israele», ripete Benny Gantz. Che in uniforme ha trascorso 38 dei suoi 6o anni: è arrivato a guidare le forze armate da capo di Stato Maggiore e adesso punta a guidare il Paese. Al centro Alto un metro e novantacinque, i veterani della sua unità ricordano che doveva incurvarsi per riuscire a stare nella jeep. Lo soprannominavano Benny «Huta», gioco di parole che in ebraico suona come «il freddo», una imperturbabilità naturale che gli ha fatto comodo in questo anno di campagna elettorale ininterrotta. Come gli sono serviti i consigli ricevuti al corso per comandanti delle forze speciali, quando gli addestratori lo hanno scaricato da solo in una foresta. Niente bussola, in tasca un suggerimento per uscire dal labirinto di alberi: se continui a muoverti nella stessa direzione, prima o poi ti ritroverai a girare in tondo. Meglio marciare a zig zag. Così saltando a destra e a sinistra — politicamente è rimasto al centro — è riuscito per ora a evitare le trappole disseminate dagli avversari e a presentarsi a questo terzo voto in vantaggio nei sondaggi sul rivale. Tra gli agguati: il Likud di Benjamin Netanyahu ha messo in discussione la sua «stabilità mentale» perché il quotidiano Maariv ha raccontato che lasciato l'esercito avrebbe visto per quasi tre anni uno psichiatra e gli sarebbero stati prescritti gli ansiolitici. In una nazione in cui il mestiere di primo ministro è considerato «il più difficile del mondo» e i candidati vengono valutati per la capacità di resistere sotto pressione, Gantz è stato forzato a replicare con una spacconata: «Le uniche pillole che conosco sono 5.56 e 7.62», i calibri dei proiettili più usati dai militari israeliani. Pochi giorni dopo ha scelto di dichiarare che il «colpo basso» contro di lui — ha smentito e querelato il giornalista — dimostrava soprattutto mancanza di rispetto verso chi soffre: «La fragilità psicologica non è una vergogna». Da ufficiale è stato l'ultimo a chiudersi alle spalle il filo spinato sul fronte libanese — quando Tsahal si è ritirata nel 2000 da quello che è considerato il suo Vietnam — e da capo di Stato Maggiore ha comandato il conflitto contro i fondamentalisti di Hamas a Gaza, il villaggio dove è cresciuto dista pochi chilometri dalla Striscia. In uno dei primi spot elettorali si è vantato dei «1364 terroristi uccisi» e questa esaltazione bellica ha spinto un palestinese che ha perso sei familiari in quei 59 giorni tra luglio e agosto del 2014 a chiedere ai giudici olandesi di processarlo per crimini di guerra (petizione respinta poche settimane fa per mancanza di giurisdizione). Benny il freddo ci ha messo un mese dall'entrata in politica prima di parlare in pubblico, al punto che qualche commentatore lo ha sbeffeggiato per la sua strategia del silenzio. Sembra rappresentare un leader dell'Israele di altri tempi: impacciato davanti alle telecamere (è migliorato), l'inglese parlato con l'accento graffiante del sabra, che in ebraico significa fico d'India ed è il soprannome dei pionieri cresciuti spinosi come i cactus del deserto. L'America Netanyahu è stato ambasciatore alle Nazioni Unite, ha studiato al Massachusetts Institute of Technology, è stato accolto al Congresso americano come pochi altri leader mondiali. A chi lo critica per non avere la stessa statura internazionale, Gantz risponde di essere stato addetto militare all'ambasciata di Washington e di avere attraversato gli Stati Uniti in Harley Davidson (la moto resta una sua passione). Altri suoi hobby conosciuti: il ritrovarsi la sera con gli amici di Rosh Haayin, un sobborgo di villette nel centro di Israele dove vive con la moglie Revital, a intonare in coro vecchie canzoni, la sua preferita è Hareut che celebra l'amicizia tra i compagni d'anni che combatterono nel 1948. Anche la comunità agricola dove è stato tirato su — unico maschio, tre sorelle — porta nel nome Kfar Haim il ricordo di due fratelli ammazzati durante la prima guerra dell'appena nato Stato israeliano.
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