Il libro di Loredana Biffo Granelli di sabbia. Donne contro, sfida all’integralismo islamico e al patriarcato è una miniera di informazioni. L’autrice, che ha la passione della militante per un Iran libero e il rigore dello studioso, consegna nelle mani del lettore un saggio esaustivo e ben articolato, fornendo uno quadro storico, antropologico e politico della condizione femminile nel mondo islamico e in Europa. In tempi di femminismi isterici e farlocchi, Loredana Biffo prende di petto la principale questione ancora aperta riguardante le donne: la sottomissione femminile nelle società islamiche, la mummificazione di milioni di donne con le bende della sharia e il loro oscuramento, che le costringe in ruoli sociali presuntivamente considerati naturali e adeguati secondo i dettami del Corano. La decisione di collocare la condizione femminile in una prospettiva di longue durée, per dirla con lo storico Fernand Braudel, sembra messa in atto per mettere sotto gli occhi del lettore la distanza culturale che separa l’Occidente dal mondo islamico. Distanza che, come sottolinea più volte l’autrice, rischia di accorciarsi sempre più a causa della strisciante islamizzazione dell’Europa (non a caso, nella bibliografia troviamo il celebre testo di Bat Ye’Or, Eurabia). Le donne di Loredana sono i batteri che infetteranno il regime e lo faranno morire. Sono le portatrici sane del virus della laicità, virus che i funerei ayatollah cercano di debellare con mezzi brutali e sadici. L’autrice pone l’accento su una questione dirimente: la resistenza al khomeinismo è portata avanti soprattutto da donne, la leader della lotta è una donna, Maryam Rajavi. Quella delle donne iraniane è guerra che si combatte ogni giorno, non una chiassosa manifestazione da femministe occidentali. Se le militanti antisessiste dell’Europa rifiutano di indicare che i molestatori e gli stupratori della notte di Capodanno, a Colonia, erano «profughi» maghrebini, per non passare da «islamofobe» e legittimando implicitamente lo stupro, le donne iraniane si battono contro un dominio maschile veramente oppressivo e omicida. Non è un caso che la scrittrice iraniana fuggita degli Stati Uniti, Azar Nafisi abbia scritto: «Vivere nella Repubblica islamica è come fare sesso con una persona che disprezzate» e abbia scelto di raccontare l’Iran di Khomeini attraverso Lolita di Nabokov. Loredana Biffo riporta, mediante interviste, i racconti delle donne resistenti. Giovani donne che si battono contro il totalitarismo islamista, mentre nel nostro obeso Occidente il velo va di moda insieme al «burkini». Il libro fornisce al lettore numerosi e ben tratteggiati ritratti delle personalità più importanti del regime iraniano, la rete di Ong controllate dallo Stato, i rapporti che il regime islamico intrattiene in Europa, la rete di spie con cui uccide e controlla i dissidenti. Non smette mai di ricordarci che l’Iran promuove il terrorismo in Medio Oriente e in Europa, finanzia Hezbollah e la Siria assadista. Il libro ci svela il vero volto della Repubblica islamica, un museo degli orrori a cielo aperto, ma ciò non ha impedito al presidente tedesco Steinmeier di congratularsi con l’Iran per i quarant’anni della Rivoluzione khomeinista. Nelle pagine finali, l’autrice getta sale su una ferita aperta, quella che chiama la miopia secolarista. Sulla sottomissione dolce del mondo libero al mondo teocratico, sulle reticenze occidentali a guardare all’Islam senza lenti rosa ed edulcoranti. Le diplomazie europee giocano col fuoco, stringono accordi commerciali con l’Iran e fanno il gioco di una teocrazia feroce e minacciosa. Il vento che soffiava a Monaco nel 1938 continua a soffiare … non si rendono conto che dalla libertà degli iraniani dipende la nostra sicurezza e quella internazionale. Un saggio esaustivo, ricco, triste, chiaro. Dopo averlo letto non si potranno non amare le donne della Persia, che con la loro bellezza e la loro vitalità sfidano l’oscenità della teocrazia. Dall’Occidente dovrebbe arrivar loro un solo messaggio: tenete duro, saremo con voi quando squarcerete, coi vostri capelli profumati, il disgustoso oscurantismo che vi opprime.