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Deborah Fait
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Foibe dimenticate e cattiva coscienza 12/02/2020
Foibe dimenticate e cattiva coscienza
Commento di Deborah Fait

A destra: una immagine del dramma delle foibe


Le lacrime di Nicola Porro, dopo le prime testimonianze sul dramma delle foibe, hanno aperto con dolore la trasmissione sulla Giornata del Ricordo, su Quarta Repubblica, lunedì 10 febbraio. Le parole dei figli delle vittime hanno sancito la vergogna dell'Italia, una nazione che per anni ha deciso di non raccontare, di non commemorare le migliaia di infoibati, una vergogna assoluta.  Il Maresciallo Tito, il boia che ideò la pulizia etnica degli italiani istriani, è stato insignito dall'Italia dell'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana. Una vergogna, uno schifo, non ho altre parole e mi chiedo come sia possibile che oggi, dopo 15 anni dal giorno in cui si decise di instaurare finalmente il ricordo di quella immane tragedia, sia possibile continuare con l'infamia del nagazionismo. Palmiro Togliatti a proposito dei 350.000 esuli istriani- giuliano-dalmati che cercavano, da italiani, rifugio in Italia, disse queste ignobili parole: “Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città, non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori. I gerarchi, i briganti neri, i profittatori che hanno trovato rifugio nelle città e vi sperperano le ricchezze rapinate e forniscono reclute alla delinquenza comune, non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già così scarsi.”
(Da Profughi di Piero Montagnani su L’Unità – Organo del Partito Comunista Italiano – Edizione dell’Italia Settentrionale, Anno XXIII, N. 284, Sabato 30 novembre 1946)

E, per obbedire al "Migliore" come lo aveva chiamato Giolitti, quando i treni con gli esuli arrivarono nella rossa e grassa Bologna, venne rifiutato loro acqua e cibo e il latte che qualcuno aveva preparato per i bambini venne gettato sulle rotaie. Italiani brava gente? Italiani che minacciano i figli degli infoibati, italiani che fanno vilipendio disegnando la falce e martello sui monumenti dedicati alle vittime. Italiani che continuano a negare la Shoah e che scrivono "Qui abita un ebreo" sulle porte di ebrei o supposti tali. Italiani che sghignazzano sulle foibe, sui 10.000 e più italiani scaraventati quasi tutti vivi, in quei buchi carsici.  Io sono triestina, ero piccola quando dal 43 al 45, a Trieste ci nascondevamo dagli scagnozzi del Gaulaiter che davano la caccia agli ebrei. Eravamo nascosti anche da quegli italiani che facevano la spia "Là sono nascosti degli ebrei". Ero piccola quando in Istria parenti e amici venivano arrestati e infoibati dai titini. Ero piccola quando negli anni 50 i titini italiani, a Trieste, correvano per le strade sparando contro le finestre delle abitazioni e sugli studenti che manifestavano per Trieste italiana.  Una pallottola ruppe le nostre finestre ed entrò in cucina dove noi bambini eravamo nascosti sotto il tavolo. Volevano papparsi anche Trieste e Gorizia!

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La vignetta di Vauro

Oggi l'Anpi va a portare garofani rossi sui monumenti comunisti con le bustine con la stella rossa sulla testa, oggi l'Anpi nega, oggi l'Anpi, antisemita, vuole dare "un'altra narrazione" della tragedia.  Simone Crispicchi fu il primo, nel 2013, a parlare del dramma degli italiani di Istria e Dalmazia. 60 anni dopo! Durante la trasmissione di Nicola Porro,  Ferrero afferma che l'onorificenza al boia Tito va lasciata. Vauro, si sempre lui, il kompagno, quello che porta al collo la stella rossa, quello che odia Israele, quello che ama il terrorismo arabo-palestinese, ha scritto queste deliranti parole: " il Giorno del Ricordo diventa un volgare e trucido strumento di propaganda sovranista e neofascista". Un odiatore calzato e vestito, uno che odia tutti meno il totalitarismo rosso e islamico. La vergogna dovrebbe sommergere lui e coloro che la pensano allo stesso modo! Ricordiamo sempre le foibe, Ricordiamo Norma Cossetto, una giovane studentessa, catturata nel 1943, violentata da interi squadroni titini che riuscirono a sventrarla,  fu torturata, seviziata,  infine gettata in un buco nero insieme ad altri 25 prigionieri. Ci sono voluti anni, quasi 60, per ricordare Norma Cossetto, martire delle foibe. Non dimentichiamola mai più.  Parliamo nelle scuole di questa storia orrenda che una parte del paese ha voluto insabbiare per troppi anni e che ancora oggi i complici ideologici dell'eccidio tentano vergognosamente di annacquare.   

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"

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