IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 3 all'8 febbraio 2020
La storia dell'Agenzia Ebraica per Israele
Cari Amici, oggi è Tu Bishvat, il giorno in cui, secondo il lunario ebraico si celebra il capodanno degli alberi, si mangiano i frutti che nella Bibbia, la Torà, sono associati alla terra di Israele: uva, fichi, melograni, olive, datteri, mandorle, pistacchi, noci, agrumi. In Israele si piantano gli alberi: un gesto simbolico che ha il significato di rendere sempre più verde un paese che, in epoca biblica, era descritto come stillante latte e miele, una metafora per indicare un terreno rigoglioso dove l'agricoltura può fiorire.
Lo scorso martedì ho tenuto una lezione all’Università della Terza Età in cui ho raccontato la storia dell’Agenzia Ebraica per Israele. Come spesso accade, le immagini hanno uno straordinario potere evocativo e i filmini, spesso amatoriali, d’epoca sono di grande impatto. Approfitto di questa rubrica per ripercorrere anche con i nostri lettori la storia significativa e appassionante dell’ente di cui ho l’onore di ricoprire la carica di presidente onorario per l’Italia. Agenzia Ebraica è l’istituzione che più di ogni altra rappresenta l’identità degli ebrei nel mondo; il suo compito istituzionale consiste nell'assistere le popolazioni ebraiche e favorire la loro immigrazione in Israele. Nei suoi novant’anni di vita, l'Agenzia Ebraica ha affrontato sfide ardue, a volte impossibili, vincendole con caparbietà e determinazione, per perseguire il solo obbiettivo di accompagnare la crescita dello Stato d’Israele, permettendo così a oltre cinque milioni di ebrei di trasferirsi. A Jaffa nel 1908 il Congresso Sionista Mondiale della Palestina, allora sotto il controllo ottomano, sancì la necessità di creare un ente che svolgesse il ruolo di braccio operativo con l’obiettivo principale di trattare con i rappresentanti turchi e con i diplomatici presenti sul territorio, contribuendo all’immigrazione ebraica e L’atto costitutivo di Agenzia Ebraica era basato sulle idee di Theodor Herzl teorizzate nel libro Stato Ebraico. In quegli anni, e fino al 1914, l’arrivo degli ebrei con la cosiddetta Seconda Alyà determinò un’urgente necessità di acquisto di terreni: di questo si fece carico Agenzia Ebraica in collaborazione con Jewish National Fund (JNF). Due furono i primi insediamenti: Chavat Kinneret in Galilea e il Kibbutz Ruhama, oggi vicino a Sderot, destinato in particolare agli ebrei russi. Nel ventennio successivo vennero fondati numerosi moshavim e kibutzim sempre con la collaborazione strategica di JNF. Con lo scoppio della I guerra mondiale e la disintegrazione dell’Impero Ottomano, il ruolo divenne meno eclatante ma nuovamente nel 1917, dopo la Dichiarazione Balfour, venne investita di grandi responsabilità. Chaim Weizmann presidente della British Zionist Federation formò la Commissione Sionista che aveva l’incarico di relazionare al Governo Britannico sulla situazione della Palestina. La commissione raggiunse la Palestina il 14 aprile 1918. La conferenza di San Remo del 20 aprile 1920 pose la Palestina sotto il Mandato britannico: l’articolo 4 del Mandato riconosceva all’Agenzia Ebraica il ruolo di ente pubblico deputato a cooperare con l’amministrazione mandataria nell’interesse della popolazione ebraica residente in Palestina. Nel 1921 Ze’ev Jabotinsky venne eletto Presidente di Agenzia Ebraica ma si dimise nel 1923 in aperto dissidio con Weizmann che lo giudicava non sufficientemente incisivo nel sostenere la causa ebraica con il governo mandatario, in particolare per quanto riguardava il rilascio dei permessi di ingresso. Erano anni concitati in cui i leader sionisti cercavano con tutti i mezzi possibili di imporre il loro carisma spesso creando fazioni e faide all’interno degli enti ebraici.
Il XVI congresso sionista, riunito a Zurigo nel 1929, ristrutturò e rinominò ufficialmente l’ente come Jewish Agency for Palestine includendo al suo interno organizzazioni eterogenee, alcune anche apertamente più filantropiche, poco interessate alla diffusione degli ideali sionisti. Nel 1933 Artur Ruppin fu nominato Presidente di Agenzia Ebraica e David Ben Gurion membro dell’esecutivo di cui divenne presidente al posto di Ruppin nel 1935. Tra il 1934 e il 1948 Agenzia Ebraica permise un gran numero d’immigrazioni oltre alla quota autorizzata dal mandato britannico.Nel 1938 ebbe un importante ruolo nella nascita del Mossad, istituito con lo scopo di agevolare le alyoth. 150.000 persone riuscirono a stabilirsi in Palestina, vennero organizzati 141 viaggi tra essi 116 in nave riuscirono ad attraccare. Nel 1933 l’Agenzia Ebraica negoziò con i nazisti il trasferimento di 50.000 ebrei tedeschi mentre ancora, tra il 1933 e il 1943, 5.000 giovani ebrei riuscirono a scappare dall’Europa nazista. Grande fu anche il contributo nella creazione della Brigata Ebraica. Tra il 1945 e il 1948 66 navi di sopravvissuti alla Shoah arrivarono in Palestina. Nel 1946 durante Operazione Agata gli inglesi imprigionarono a Latrun tutti i membri del dipartimento politico di Agenzia Ebraica. Con la nascita dello Stato d’Israele la finalità divenne di assorbimento e integrazione degli olim. L’11 marzo 1948 una bomba colpì il cortile dell’edificio e l’ala che era allora sede di Keren Hayesod, 13 persone furono uccise e molte ferite. Nel 1949 Agenzia Ebraica portò in Israele 239.000 sopravvissuti ai campi di sterminio, seguiti da 49.000 yemeniti che giunsero in Israele con l’operazione denominata Magic Carpet. Tra il 1948 e il 1952 arrivarono in Israele 700.000 immigranti. Il primo ulpan fu Ulpan Etzion e venne fondato nel 1949. Molti furono gli edifici adibiti ad abitazioni provvisorie. Nel 1952 le funzioni di Agenzia Ebraica vennero definitivamente sancite da una legge della Knesset. Un ruolo di primo piano ebbe nella nascita dell’ossatura dello Stato d’Israele inclusa la costituzione di EL AL, la costruzione del teatro nazionale Binyanei HaUma, di musei e centri culturali in tutte le maggiori città. Negli anni 1960 le attività agricole sorte con l’apporto di Agenzia raggiungevano il 70% della produzione dello Stato. Nello stesso decennio cominciò anche l’attività rivolta verso i grandi centri ebraici distrutti dallo sterminio nazista. Vennero inviati in Europa insegnanti di cultura ebraica. All’indomani della guerra dei 6 giorni, nel 1967, lo Stato d’Israele accolse una nuova ondata di alyoth, nacque così il nuovo Ministero dell’Assorbimento che da allora collabora stabilmente con Agenzia Ebraica. Gli anni 1980 hanno visto le riuscitissime Operation Moses e Operation Josha che hanno portato in Israele oltre 8.000 ebrei etiopi in pochissime ore. Nel 1991 è stata la volta di Operation Solomon cha ha permesso l’alyà degli ultimi ebrei etiopi. I progetti degli anni immediatamente seguenti sono proprio dedicati all’integrazione e alla formazione degli ebrei etiopi che dimostrano buona capacità di apprendimento e inserimento anche in IDF. Gli anni 1990 sono interamente dedicati alle alyoth degli ebrei dell’ex Unione Sovietica. Il solo 1990 segna l’arrivo di 185.000 persone seguite da 150.000, l’anno successivo, e oltre 60.000 fino all’inizio del nuovo millennio. Il numero totale di pratiche evase da Agenzia Ebraica per gli ebrei dell’ex Unione Sovietica è di oltre 1 milione.
La Fondazione Shusterman dal 2003 finanzia in collaborazione con Agenzia Ebraica il progetto Taglit. Nel 2004 è nato MASA e sono state poste le basi di Ayalim e di Net@ progetti interamente dedicati a giovani disagiati e alle aree particolarmente vulnerabili d’Israele. Dal 2010 la decisione di Nathan Sharansky di rafforzare l’impegno di Agenzia Ebraica in Francia e in Sud America ha portato alla nascita di nuove strutture in paesi in cui la popolazione ebraica è numerosa e si sente sempre più vulnerabile. Mentre un crescente antisemitismo assume nuove forme, come il terrorismo e la delegittimazione, il significato e la centralità dello Stato di Israele risultano sempre più evidenti.
Ma l’importanza di Israele non si limita alla questione della sicurezza: lo Stato ebraico è il bene più prezioso del nostro popolo anche dal punto di vista culturale; ecco perché l’Agenzia Ebraica continua a investire energie e risorse per permettere a un paese dinamico di esistere e guidare il popolo ebraico nel XXI secolo. L’Agenzia Ebraica, sognata dai nostri nonni, coltivata dai nostri padri è oggi attiva più che mai, con l’impegno nostro e delle giovani generazioni, insieme, con Israele, per la vita.
Claudia De Benedetti
Presidente Sochnut Italia – Agenzia Ebraica per Israele