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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Solidarietà araba? Ma cos’è, uno scherzo o cosa? 05/02/2020
Solidarietà araba? Ma cos’è, uno scherzo o cosa?
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)



Abu Mazen

Poco meno di una settimana dopo la presentazione dell’”accordo del secolo”, su richiesta di Mahmoud Abbas, i Ministri degli Esteri dei Paesi membri della Lega Araba si sono riuniti al Cairo. Si è parlato di solidarietà e fratellanza. Hanno lasciato il Presidente palestinese libero di dedicarsi alle sue solite diatribe e fatto finta di sostenerlo facendo attenzione a non attaccare l’inquilino della Casa Bianca, il cui impegno era stato elogiato da diversi Paesi. Tutti hanno però ratificato il comunicato finale respingendo il piano americano.  
“ Se hanno agito così”, dice Ibrahim Fraihat, politologo palestinese con sede a Doha, citato da Le Monde del 2 febbraio, “è che hanno ritenuto che non era nel loro interesse esprimersi pubblicamente contro la Palestina. Questa causa, qualunque cosa se ne dica, mantiene la sua forza nell'opinione pubblica araba”.  E poi tutti se ne sono andati a casa. Il vecchio leader palestinese si è nuovamente lasciato andare in filippiche a 360 gradi, senza nemmeno risparmiare Ahmed Tibi e Ayman Odeh, due arabi israeliani membri della Knesset che lo hanno sempre sostenuto. : "Non vi vogliamo qui", ha detto, riferendosi a una delle proposte del piano di Trump, di includere diverse cittadine popolate da arabi israeliani in un eventuale Stato palestinese, proposta che tuttavia aveva provocato l'indignazione dei due leader in questione. Lo scorso lunedì 3 febbraio, l'Organizzazione della cooperazione islamica, convocata d’urgenza a Gedda in Arabia Saudita, aveva a sua volta respinto il piano. Questa organizzazione che conta 57 membri, è orgogliosa di rappresentare più di un miliardo e mezzo di musulmani in tutto il mondo. Solidarietà, fratellanza araba, cooperazione – bellissime parole che celano una triste realtà.


Benjamin Netanyahu, Donald Trump

Quasi ovunque in Medio Oriente, i musulmani stanno uccidendo altri musulmani, senza scrupoli e senza che la Lega araba o l'Organizzazione della cooperazione islamica sentano il bisogno di incontrarsi. Lo Yemen è lacerato da una sanguinosa guerra civile, i belligeranti sono sostenuti da stati musulmani rivali: da una parte l'Iran e dall'altra le potenze sunnite. In Siria, la guerra civile iniziata durante la breve Primavera araba del 2011, si è trasformata in uno scontro globale tra grandi potenze. Nessuno sembra offeso dal fatto che la Turchia e la Russia stiano cercando di far avanzare le loro pedine sulla terra araba. I massacri continuano e i civili sono presi di mira nell'indifferenza generale. Centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini che sono fuggiti dai combattimenti vagano per le strade, vittime indifese di un conflitto più grande di loro. Altre centinaia di migliaia hanno preso la strada dell'esilio; molti di loro sono morti mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Europa. Quando l'Organizzazione della cooperazione islamica si è riunita, a circa 1.500 chilometri di distanza, un "incidente"  ha lasciato a terra decine di morti. Per Le Monde  :  "Potrebbe trattarsi dello scontro diretto più mortale tra i turchi, che stanno sponsorizzando la ribellione siriana, e il regime di Damasco, sostenuto in Siria dall'aviazione russa. Dei soldati turchi sono stati presi di mira lunedì 3 febbraio dai tiri di artiglieria del regime siriano nella regione di Idlib, nella Siria nord-occidentale, provocando una reazione dell'esercito turco. Aspettiamo invano l'indignazione del mondo arabo.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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