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Solidarietà araba? Ma cos’è, uno scherzo o cosa?
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Abu Mazen Poco meno di una settimana dopo la presentazione dell’”accordo del secolo”, su richiesta di Mahmoud Abbas, i Ministri degli Esteri dei Paesi membri della Lega Araba si sono riuniti al Cairo. Si è parlato di solidarietà e fratellanza. Hanno lasciato il Presidente palestinese libero di dedicarsi alle sue solite diatribe e fatto finta di sostenerlo facendo attenzione a non attaccare l’inquilino della Casa Bianca, il cui impegno era stato elogiato da diversi Paesi. Tutti hanno però ratificato il comunicato finale respingendo il piano americano.
“ Se hanno agito così”, dice Ibrahim Fraihat, politologo palestinese con sede a Doha, citato da Le Monde del 2 febbraio, “è che hanno ritenuto che non era nel loro interesse esprimersi pubblicamente contro la Palestina. Questa causa, qualunque cosa se ne dica, mantiene la sua forza nell'opinione pubblica araba”. E poi tutti se ne sono andati a casa. Il vecchio leader palestinese si è nuovamente lasciato andare in filippiche a 360 gradi, senza nemmeno risparmiare Ahmed Tibi e Ayman Odeh, due arabi israeliani membri della Knesset che lo hanno sempre sostenuto. : "Non vi vogliamo qui", ha detto, riferendosi a una delle proposte del piano di Trump, di includere diverse cittadine popolate da arabi israeliani in un eventuale Stato palestinese, proposta che tuttavia aveva provocato l'indignazione dei due leader in questione. Lo scorso lunedì 3 febbraio, l'Organizzazione della cooperazione islamica, convocata d’urgenza a Gedda in Arabia Saudita, aveva a sua volta respinto il piano. Questa organizzazione che conta 57 membri, è orgogliosa di rappresentare più di un miliardo e mezzo di musulmani in tutto il mondo. Solidarietà, fratellanza araba, cooperazione – bellissime parole che celano una triste realtà.
Benjamin Netanyahu, Donald Trump
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