Iraq, continuano le proteste contro il regime Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 03 febbraio 2020 Pagina: 14 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Il nuovo premier non basta a fermare le proteste»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/02/2020, a pag.14, con il titolo "Il nuovo premier non basta a fermare le proteste", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
L'Iraq prova a voltare pagina ma per la piazza che da quattro mesi chiede «la caduta del regime» è troppo poco e per il nuovo premier Mohammed Tawfiq Allawi la strada è in salita. La scelta dei partiti, soprattutto su pressione dell'imam Moqtada al-Sadr, è andata a un «tecnico», un ingegnere laureato all'Università americana di Beirut, già ministro delle Telecomunicazioni. Un volto «pulito» che ha provato a convincere i giovani. «Vi chiedo di andare avanti con le manifestazioni – ha detto -, perché non siete contro di me, siete con me e senza di voi non posso fare nulla».
La protesta continua per le strade di Baghdad
L'appello ai manifestanti Un appello che è servito a poco. Migliaia di manifestanti sono tornati nelle strade a Baghdad e soprattutto a Nassiriya, diventata il nuovo epicentro della rivolta. Allawi è un premier di compromesso, con buoni rapporti con l'Iran ma anche con gli Usa. È meno legato ai Pasdaran del precedente Adel Abdel Mahdi, che aveva passato lunghi anni in esilio nella Repubblica islamica durante la dittatura di Saddam Hussein. Ma è pur sempre la scelta dei movimenti politici che dominano la scena da oltre 16 anni, con un livello di corruzione spaventosa e una gestione della cosa pubblica disastrosa. Ma il nuovo premier è soprattutto una scommessa dell'imam Al-Sadr, che in un primo momento ha spinto le proteste di piazza, poi ha assunto un posizione di mediatore. Ieri ha ordinato ai suoi seguaci, riuniti nel movimento Al-Sairon, di sgomberare le piazze e «lasciare lavorare» il nuovo governo. I «berretti blu», come vengono chiamati i suoi attivisti, sono in effetti spariti e il leader ha chiesto loro di collaborare con le forze dell'ordine per permettere a «scuole e negozi» di funzionare normalmente. Resta da vedere quanti obbediranno, perché la parte «movimentista» non vuole mollare e ieri era in piazza Tahrir. Gli Usa non si sono espressi subito, ma Washington apprezza che non ci sia più alla guida del governo «un uomo scelto da Qassem Soleimani», cioè l'ex premier Abdel Mahdi. Sul tavolo del successore ci sono dossier spinosissimi. La legge elettorale, per andare al voto entro l'anno, e soprattutto la legge chiesta da tutti i partiti sciiti, compreso lo stesso Al-Sadr, per espellere le truppe statunitensi dal Paese «entro tre mesi». L'Iran ha subito sottolineato questo punto e ha dato il «benvenuto» ad Allawi e ribadito il suo sostegno «alla sovranità nazionale» dell'Iraq e alla sua «legittima richiesta» di ritiro dei soldati Usa.
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