Quando la Guida Suprema 'fustiga gli europei'
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Ali Khamenei
Sì, afferma Le Figaro del 17 gennaio, Ali Khamenei "denuncia l'allineamento dell'UE a Trump sul nucleare". Ma cosa hanno fatto gli europei per provocare l'ira iraniana? A detta del quotidiano: "All'indomani dell'inasprimento del tono degli europei sul dossier nucleare, Ali Khamenei ha fustigato i " valletti " - Francia, Germania e Gran Bretagna - che " servono gli interessi degli Stati Uniti " . In che consiste questo inasprimento e cosa l'ha causato? Lo spiega Le Monde del 18 gennaio: " Martedì gli europei hanno avviato il meccanismo di risoluzione dei conflitti previsto dall'accordo nucleare, una misura considerata ostile da Teheran". Ma non dice il perché. Senza dubbio perché in un articolo pubblicato due giorni prima, aveva menzionato “una serie di violazioni calcolate e articolate dei suoi impegni, da parte di Teheran. La quinta fase, che consiste nel togliere all'inizio di gennaio tutti i limiti operativi sulla produzione di uranio arricchito, ha spinto gli europei a reagire ". Secondo il quotidiano "Teheran continua la sua graduale escalation: varcare il limite di 300 kg dell’ uranio a basso arricchimento, superare la soglia di arricchimento del 3,67% (secondo una fonte francese oggi è circa al 4,5%) ), violazione dei limiti imposti sulla ricerca e lo sviluppo. Ai primi di novembre, l'Iran aveva annunciato la ripresa delle attività di arricchimento nel sito sotterraneo di Fordo. Un rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, previsto per la fine di febbraio, dovrebbe esaminare l'attuazione degli ultimi annunci iraniani. Teheran ha deciso di non limitare più il numero di centrifughe”.
Ci si sarebbe aspettato che Le Figaro, come Le Monde, invece di citare con compiacimento gli insulti di un leader iraniano, che afferma di non capire la decisione europea, avrebbe invece chiarito le cose. Ovviamente non è stato così; inoltre Le Figaro aggiunge che il discorso di Khamenei arriva " una quindicina di giorni dopo l'assassinio per ordine di Donald Trump del generale Qassem Soleimani che ha fatto quasi precipitare il Medio Oriente in una guerra ". La semantica è interessante. Ricordiamo che i media avevano riportato la morte di Bin Laden sottolineando che era stato ucciso per ordine del Presidente Obama, che aveva seguito minuto per minuto su uno schermo gigante lo svolgersi dell'operazione. Per quanto riguarda Kassem Soleimani invece, la stampa francese parla di un assassinio. Tuttavia, in entrambi i casi, si è trattato di un'esecuzione sanzionata in modo molto ufficiale dalla Casa Bianca. L'adulazione postuma di cui è stato oggetto il comandante delle Guardie della Rivoluzione dovrebbe forse far dimenticare che era stato l'architetto della disintegrazione non solo del Libano e dell'Iraq, ma anche della Siria e dello Yemen? Non è forse vero che non è stato altro che l’esecutore del lavoro sporco del Capo Supremo, il quale non nasconde la sua volontà di imporre un Islam sciita su tutto il Medio Oriente sulle macerie delle monarchie sunnite? E di voler spazzare via Israele dalla superficie del globo, uno Stato membro delle Nazioni Unite che, va ricordato, durante il tempo dello Scià aveva vissuto sempre in perfetta armonia con l'Iran e non aveva mai mostrato la minima ostilità verso questo Paese?
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".