Shoah: gli ebrei di Krupp Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 17 gennaio 2020 Pagina: 12 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Storia di Krupp alla tv tedesca»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 17/01/2020, a pag.12, con il titolo "Storia di Krupp alla tv tedesca" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
“Das Geheimnis der Freiheit», il segreto della libertà, è andato in onda mercoledì in prima serata sull'Ard, il primo canale tv pubblico. In apparenza un film su Alfred Krupp, l'ultimo della dinastia dell'acciaio. Subito si pensa a Visconti e al suo La caduta degli dei, con Helmut Berger, in calze nere come Marlene ne L'angelo azzurro. Ma quella di Visconti era vicina alla storia come un'opera lirica sulla Fiat e gli Agnelli. Il regista israeliano Dror Zahlavi racconta in 90 minuti il rapporto tra Golo Mann e Berthold Beitz, il figlio di Thomas Mann e l'onnipotente capo della Krupp, il manager tedesco più potente per decenni. La storia della Germania nel destino di due uomini, in apparenza molto diversi, quasi coetanei, lo scrittore è del 1909, il manager del 1907. Beitz (interpretato da Sven-Eric Bechtolf) nel 1973 incaricò Mann di scrivere la biografia di Alfried Krupp (1907-1967), che con una stretta di mano nell'immediato dopoguerra, gli affidò l'impresa di famiglia. «Come storico ho l'unico obbligo di rispettare la verità», avvertì lo scrittore. «Scriva quel che vuole, i rapporti con il nazismo, la produzione bellica, lo sfruttamento degli ebrei e dei prigionieri», lo rassicurò Beitz che lo pagò generosamente, 10 mila marchi al mese, 2 milioni di lire del tempo, circa 20 mila euro di oggi. Ma il libro Lo scrittore Golo Mann, a sinistra, e Berthold Beltz non verrà mai pubblicato, dopo otto anni di lavoro. Beitz ha consolato l'auto- re con un assegno finale da 150 mila marchi, un bel compenso per le prime 134 pagine. Beitz cita Pericle: «Il segreto della libertà è il coraggio». Mann lo corregge: «La frase è di Tucidide, il suo biografo».
Alfred Krupp
E' un avvertimento. Il lavoro su Krupp si trasformò in una ricerca su Beitz. Mann è affascinato dalla sua figura. Durante la guerra dirigeva una fabbrica a Boryslav, in Po- Ionia, e salvò centinaia di ebrei, a rischio della sua stessa vita. E Israele gli renderà merito nominandolo «Giusto tra i popoli», coloro che salvarono gli ebrei, come Oskar Schindler. Beitz non vuole che se ne parli. Lo tormenta il ricordo di quanti non riuscì a salvare, come la sua segretaria, che appare nel film come un fantasma silenzioso. Una caduta artistica? Ma è un'opera per la Tv, destinata a un vasto pubblico, con inevitabili concessioni. «Io non la capisco, lei ha rischiato la vita per salvare gli ebrei, e si è messo al servizio di Krupp, condannato come criminale nazista?» ha chiesto Golo. Negli anni di guerra lavorava per Radio Londra, che trasmetteva anche gli appelli del padre Thomas contro la Germania nazista. Beitz non rispose, e compì un'altra scelta ambigua: il 73 è l'anno della crisi petrolifera, la Krupp è sull'orlo del fallimento, l'era dell'acciaio tedesco sta per finire, e ricorse all'aiuto dell'Iran (che comprò un quarto del pacchetto azionario). I giovani protestavano davanti alla sua villa, e anche i direttori della casa erano contrari: come cercare aiuto da un despota come Rezah Palahvi, che non rispetta i diritti umani? Beitz salvò i posti di lavoro, e volle tenere fede alla parola data a Alfried Krupp: difendere l'azienda. E la domanda è sempre di attualità: la Germania è il miglior partner dell'Iran di oggi, insieme con l'Italia. E lecito collaborare con gli ayatollah? «Non sono riuscito a salvare i miei ebrei» ha ricordato Beitz, «perché ero debole, non avevo abbastanza potere». Mostra a Golo Mann l'acciaio che sgorga dagli altiforni. L'acciaio come un simbolo. Ora è ossessionato dalla forza, dal potere che ritiene garanzia di libertà. E ha il coraggio di andare contro corrente. A Amburgo, ha testimoniato a favore di un ufficiale delle SS: a Boryslav chiudeva gli occhi, e non mi denunciava quando truccavo le carte per salvare i miei operai. E per questo in Israele protestarono quando venne onorato come Giusto, come protestarono contro Oskar Schindler. Ognuno di noi è un misto di contraddizioni, anche Golo Mann, schiacciato dalla figura paterna, vive nella villa sul lago di Zurigo, insieme con la madre Katia, che sprofonda nella demenza senile. Un altro fantasma. Quando lo intervistai a lungo, mi disse che sua madre era più intelligente del padre premio Nobel. Una cattiveria filiale? Ma penso che fosse vero. Si riferiva all'intelligenza politica, che non ha a che fare con il talento o il genio letterario. E quando gli parlai, negli anni 80, sul cancello della villa restava ancora il nome di Thomas Mann, scomparso da decenni. Beitz è scomparso a cento anni nel 2013, anche sua moglie Else è stata nominata Giusta tra i popoli nel 2006. Golo Mann è morto a 85 anni nel 1994. Chissá se verranno prima o poi pubblicate le sue 134 pagine custodite negli archivi della Krupp? Nella Ruhr gli altiforni sono spenti da anni.
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