Bds, a Parigi esclusa la modella israeliana: 'Il cliente è libanese' Commento di Daniel Mosseri
Testata: Libero Data: 16 gennaio 2020 Pagina: 12 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «Modella non può sfilare a Parigi perché è israeliana»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/01/2020, a pag. 12, con il titolo "Modella non può sfilare a Parigi perché è israeliana" la cronaca di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Arbel Kynan
Una mano aperta con scritto "Stop this story!". Spartita in queste ore sui social una nuova campagna contro l'antisemitismo. E stata lanciata da Moshe Kantor, presidente dello European Jewish Congress e ha raccolto l'appoggio fra gli altri del presidente israeliano Reuven Rivlin, dell'attrice britannica Vanessa Kirby (la principessa Margaret nella popolare serie "The Crown" su Netflix), e del cestista Nba Omri Casspi. L'iniziativa, la prima del suo genere a utilizzare su Instagram gli effetti della realtà aumentata, è stata pensata in vista del Quinto forum mondiale sull'Olocausto in programma a Gerusalemme il prossimo 23 gennaio. In quella data, 45 capi di stato e di governo si incontreranno presso lo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah, per ricordare il 75esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. E poiché il ricordo non basta, i 45 leader globali cercheranno nuove strade per combattere il pregiudizio antiebraico. Anche la supermodella israeliana Bar Refaeli si attivata online per combattere l'antisemitismo. Meno fortuna, invece, ha avuto la sua collega e connazionale Arbel Kynan che dell'odio per lo stato ebraico è rimasta vittima. E stata la stessa mannequin a raccontarlo su Instagram. «Qualche giorno fa sono arrivata a Parigi per essere fotografata per un'azienda di moda molto rinomata che partecipa anche alla settimana della Haute Couture. Prima del mio arrivo a Parigi mi hanno detto che sarebbero stati felici di avermi alla sfilata». Tutto bene, dunque? No. Allo shooting le è stato chiesto da dove venisse, «Da Tel Aviv», ha risposto la bella Arbel. Giorni dopo ha ricevuto una mail dal suo agente: «Il cliente è libanese e non vuole modelle israeliane». Un no secco come succede spesso anche nel campo dello sport, con tanti saluti alla campagna contro il razzismo e l'antisemitismo. Un atteggiamento in linea con l'imminente ondata di ipocrisia legata ad Auschwitz da parte di chi piangerà gli ebrei morti continuando a odiare quelli vivi.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante