Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Se MeToo dimentica i diritti delle donne calpestati in Iran Commento di Mattia Feltri
Testata: La Stampa Data: 16 gennaio 2020 Pagina: 1 Autore: Mattia Feltri Titolo: «Metoo»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/01/2020, a pag.1, con il titolo "Metoo" il commento di Mattia Feltri.
Mattia Feltri
All'alba degli anni Venti una donna iraniana si ribella e urla la sua libertà, e si strappa il velo davanti a un mullah che la stava rabbiosamente invitando a sistemarselo meglio. Ora questa donna è molto meno sicura e solo un po' più libera, ma lasciamo perdere cose più grandi di noi. Bisognerebbe ricordare le donne iraniane degli anni Venti, ma del secolo scorso, del Novecento, quelle dell'Association of patriotic women che si strappavano il velo in piazza per urlare la loro, di libertà, e a metà degli anni Trenta ottennero dallo scià il diritto al capo scoperto.
Donne iraniane prima del 1979
Cent'anni dopo siamo ancora lì. Ogni tanto bisognerebbe andare su Internet a guardare le foto delle donne iraniane prima della rivoluzione teocratica del '79, con le loro minigonne, i loro bikini, i sandali, gli shorts, le acconciature accattivanti, verrebbe da dire l'intero armamentario occidentale, se non fosse che l'Iran ebbe il suo primo ministro donna nel '68, otto anni prima dell'Italia, che dunque a un certo punto progredì e diventò un po' iraniana. Il Guardian ha dato notizia delle dimissioni di tre giornaliste della tv di Stato, stanche di raccontare menzogne di regime. Un pensiero va sempre a Marjane Satrapi, finita in carcere per una vignetta, o a Nasrin Sotoudeh, avvocatessa dei diritti umani e perciò condannata a trentatré anni di reclusione e a tante altre che, sempre di più e sempre più spesso, salgono alla prima fila della protesta perché, nell'oscena dittatura maschilista della sharia, le grandi vittime sono loro. Non servirà a nulla, ma per una volta dico #metoo.
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