Caos Libia: ecco tutti i protagonisti in campo Commento di Roberto Giardina
Testata: La Nazione Data: 15 gennaio 2020 Pagina: 13 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Caos Libia, Conte pronto a inviare soldati»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 15/01/2020, a pag.13, con il titolo "Caos Libia, Conte pronto a inviare soldati" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Tripoli, Libia
Domenica, a casa di Frau Angela per giungere a un'intesa, forse alla pace, in Libia. La Germania si è tenuta fuori dalle guerre in Medio Oriente, dall'Iraq, dalla Siria, e dall'intervento che ha portato alla caduta di Gheddaffi. Non solo, la Cancelliera può far da mediatrice anche grazie al suo rapporto speciale, anzi personale, con Putin. Non si amano, ma si rispettano, e si capiscono. Un vertice improvvisato, deciso in fretta? «Ma ci lavoriamo da settimane», ha spiegato il portavoce della Merkel, Steffen Seibert. Frau Angela sa che non si può giungere a una soluzione se si tiene fuori Mosca, come pretendono gli Usa. La settimana scorsa ha avuto al Cremlino un incontro di quattro ore con Putin, senza bisogno d'interprete. Hanno affrontato tutti i problemi aperti, il gasdotto lungo il Baltico a cui si oppone Trump, la Crimea, l'Iran, la Siria, le sanzioni contro la Russia, ma gran parte del tempo è stato dedicato alla situazione in Libia. Lo Zar è l'unico in grado di far ragionare l'altro protagonista, Erdogan, decisamente contrario ad Haftar, il padrone della Cirenaica: «Senza di me, avrebbe già preso il pieno controllo di Tripoli», ha dichiarato. A Berlino dovrebbe mostrarsi più ragionevole. II presidente turco gioca la sua partita in Siria, in Iraq e in Libia, ma è sempre più debole in casa, per la grave crisi economica che non riesce a gestire. Ha bisogno del suo partner più importante, la Germania. Dovrà fare qualche concessione alla Merkel. I turchi sono tornati in Libia dopo oltre un secolo, approfittando del vuoto lasciato dalI'Italia negli ultimi anni, ritiene Berlino, come riporta Die Welt, Merkel e Putin non si amano ma si capiscono Sono decisivi per porre fine alle ostilità Roma si è giocata il suo influsso e le chance di stabilizzare il Paese. I turchi per ragioni storiche sono poco amati dai libici, che diffidano dunque anche di Putin, considerato il padrino di Erdogan. II generale Haftar ha troncato bruscamente l'incontro al Cremlino, ma, mentre la Turchia minaccia di dargli una lezione, nel caso riprenda le ostilità, secondo i tedeschi l'alto ufficiale ha fatto fallire volutamente i colloqui ponendo condizioni inaccettabili. Tra queste escludere Ankara dal tavolo dei mediatori. La Russia resta fiduciosa e fa trapelare che Haftar si sarebbe preso solo due giorni in più per decidere se firmare o no la tregua già siglata dal rivale Al Sarraj. II tentativo di giungere a un armistizio è comunque è fallito per ora. Anche il tentativo dell'Italia, mercoledì scorso, di giungere a un compresso, e una tregua tra le due parti, è fallito. Secondo Berlino, è stato commesso un grave errore diplomatico invitando a Roma Haftar prima di Sarraj. Del destino della Libia ha parlato anche il premier Giuseppe Conte nell'incontro con i capi gruppo di maggioranza: «La linea italiana è perfettamente coerente: l'unica soluzione sostenibile è quella politica, ogni tentazione di imporre l'opzione militare è destinata al fallimento e comunque inaccettabile». II presidente del Consiglio conferma di «non escludere affatto la possibilità» di inviare altri soldati in territorio libico (oltre a quelli sul campo a Misurata), in un'eventuale operazione di 'peace monitoring', cioè di monitoraggio di un cessate il fuoco ancora in bilico. Quanto al vertice di Berlino, al quale parteciperà Haftar, Conte non scommette su una tregua firmata.
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