Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/01/2020, a pag.18, con il titolo "Vietato l'ingresso al direttore di Human Rights Watch" la cronaca di Francesco Iannuzzi.
Proteste contro il regime cinese a Hong Kong
Pechino continua a usare il pugno di ferro contro i manifestanti pro democrazia e contro tutte le organizzazioni e le persone che secondo le autorità cinesi si sono «comportate male», ossia hanno cercato di difendere i diritti dei manifestanti che chiedono più libertà e maggiore democrazia nell'ex colonia britannica.
L'ultimo atto della repressione riguarda Kenneth Roth, direttore esecutivo di Human Right Watch a cui è stato negato il diritto di sbarcare ad Hong Kong. Roth era giunto sull'isola per presentare l'annuale rapporto dell'organizzazione sui diritti umani nel mondo.
È stato lo stesso Kenneth Roth a denunciare il fatto di essere stato bloccato all'aeroporto di Hong Kong dove in passato è entrato liberamente senza problemi.
Xi Jinping
«Quest'anno il rapporto descrive come il governo cinese sta minacciando il sistema dei diritti umani internazionali - ha scritto su Twitter - ma le autorità hanno appena impedito il mio ingresso ad Hong Kong, dimostrando come il problema stia peggiorando». Roth ha aggiunto che il rifiuto del visto di ingresso è stato giustificato solo con vaghe «ragioni di immigrazione». Ed ha sottolineato che «è un altro segnale del fatto che Pechino sta restringendo il giogo oppressivo su Hong Kong». Human Rights Watch ha anticipato così la presentazione del rapporto 2020, originariamente fissata per mercoledì al «Foreign Correspondents Club» di Hong Kong, a oggi alle Nazioni Unite di New York.
La versione cinese
A una richiesta di chiarimento, il Dipartimento dell'Immigrazione dell'ex colonia britannica, ha dichiarato che non intende commentare i casi specifici e che in base alle leggi sull'immigrazione «prende pienamente in considerazione tutti i fattori e le circostanze rilevanti del caso prima di decidere se l'ingresso possa essere permesso o meno». L'organizzazione a difesa dei diritti umani ha ricordato in una nota che il mese scorso il ministero degli Esteri di Pechino aveva minacciato di imporre «non specificate sanzioni» contro Human Rights Watch e altri gruppi pro democrazia basati negli Stati Uniti. E il portavoce del Ministero, Geng Shuang, ha rivendicato il «diritto sovrano» della Cina e ha aggiunto che le organizzazioni non governative dovrebbero «pagare il prezzo appropriato» per il ruolo avuto nelle turbolenze sociali causate dalle proteste pro democrazia nella città cominciate a giugno scorso.
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