Oman: al sultano Qaboos succede il cugino Haitham Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 12 gennaio 2020 Pagina: 17 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Addio a Qaboos sultano-mediatore. Il cugino Haitham è il successore»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/01/2020, a pag.17, con il titolo "Addio a Qaboos sultano-mediatore. Il cugino Haitham è il successore", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Il sultano Qaboos
Il sultano Qaboos è stato previdente, fin oltre la sua morte. Aveva preparato due lettere, una per il governo e una per la famiglia reale, con dentro il nome del suo successore. Sul trono da cinquant'anni, ma senza figli ed eredi diretti, il sovrano voleva preservare la stabilità dell'Oman, garantita durante tutto il suo regno, anche per il futuro. La missive andavano consultate «nel caso non si trovi un accordo sul successore entro 72 ore dalla mia dipartita». Non c'è stato bisogno di aprirle perché la casa reale si è accordata subito Haitham bin Tariq al-Said, suo cugino e già ministro della Cultura. Notabili e sudditi hanno giurato fin da ieri mattina fedeltà al nuovo sultano. La continuità è garantita, ma Qaboos lascia un vuoto enorme, non solo nell'Oman. Le condoglianze sono arrivate dalle autorità iraniane e dal governo israeliano, tanto per dire. Il sultano era apprezzato da tutti per le sue qualità di mediatore e la sua lungimiranza politica. Aveva 79 anni ed è deceduto venerdì sera per un tumore al colon che curava già da alcuni anni, con frequenti ricoveri in cliniche tedesche e svizzere. Qaboos era salito al trono dopo un colpo di Stato incruento contro il padre Said bin Taimur, nel 1970, con l'aiuto degli inglesi che volevano una mano ferma per mettere fine al conflitto nel Dofhar, dove la guerriglia marxista minacciava la stabilità del sultanato, alleato chiave di Londra in Medio Oriente. Il suo è stato poi un regno di pace e di grande apertura. La capitale Muscat, chiusa ancora nelle sue mura medievali negli anni Settanta, è stata messa al passo delle metropoli del Golfo come Dubai. La rinascita del regno Qaboos era amante dell'arte e della musica lirica. Fra i suoi lasciti architettonici nella capitale ci sono il teatro dell'Opera, il più bello della regione, e la grande moschea di Muscat, dotata di meraviglie come un tappeto di 60 per 70 metri e un lampadario di cristalli Swarovski di 14 metri. Ma anche lo sviluppo di industrie e infrastrutture, finanziate dai proventi petroliferi ben investiti, è stato notevole. Sul fronte politico Qabus ha tenuto una equidistanza fra Arabia Saudita e Iran, anche perché la maggioranza della popolazione è di confessione musulmana ibadita, una corrente vicina allo sciismo. Qabus ha svolto spesso un ruolo di mediatore fra Teheran e le potenze occidentali, senza però farsi intimidire dalla Repubblica islamica. L'anno scorso ha accolto il premier israeliano Benjamin Netanyahu e sfidato il tabù che vieta le relazioni aperte fra i Paesi del Golfo e lo Stato ebraico.
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