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La Repubblica Rassegna Stampa
11.01.2020 'Le diciotto frustate', di Assaf Gavron
Recensione di Susanna Nirenstein

Testata: La Repubblica
Data: 11 gennaio 2020
Pagina: 13
Autore: Susanna Nirenstein
Titolo: «Tel Aviv violenta, un tassista indaga»
Riprendiamo da REPUBBLICA - ROBINSON di oggi, 11/01/2020, a pag.13, con il titolo "Tel Aviv violenta, un tassista indaga", la recensione di Susanna Nirenstein a "Le diciotto frustate", di Assaf Gavron.

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Susanna Nirenstein

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Copertina e autore

Ecco dove siamo col romanzo di Assaf Gavron Le diciotto frustate edito dalla Giuntina per la bella traduzione di Shira Katz. Nel mezzo della brulicante Tel Aviv, a bordo del taxi di Eitan Einoch, detto Tamin, che guida affabile e chiacchierone tra Ben Jehuda e lo Yarkon tra Kikar Rabin e la stazione dei bus, alle spalle sia un divorzio da Duci con cui ogni tanto fa ancora sesso e una figlia di 7 anni, sia un passaggio importante nella Storia. Alcuni anni addietro, quando era ancora uno yuppie nell'area informatica (come molti a Tel Aviv) è sfuggito nel giro di una settimana a tre attentati terroristici (sì, ricordate bene, è lo stesso protagonista di La mia storia, la tua storia, che torna in un giallo di genere a cui Assaf Gavron si dedica dopo aver scritto il superbo La collina a proposito di un avamposto di settler, nei Territori Occupati): in seguito a quella sopravvivenza miracolosa il tassista Eitan non è più lo stesso, il trauma gli ha fatto perdere ogni filo, soprattutto quelli della professione e della famiglia. Ma ora capita in mezzo a un altro pezzo di Storia, alle conseguenze degli anni della fondazione dello Stato, anzi, del 1946, due anni prima della fine del mandato britannico in Palestina e della guerra di indipendenza, quando i rapporti tra ebrei, inglesi e arabi erano ai minimi termini. Il fatto è che Eitan o Tamin che dir si voglia carica, per una corsa al cimitero Trumpeldor, Lotte Pearl, un'affascinante, spigliatissima, anziana signora di 85 anni, dalle labbra vermiglie, che ogni giorno va a trovare la tomba del suo Edward O'Leary, appena scomparso, un ex camionista dell'Esercito Britannico ai tempi del Mandato divenuto nella vita in Inghilterra un commerciante di diamanti. I due si erano appena ritrovati, da poco più di un mese, dopo una relazione di gioventù: si erano subito rigiurati eterno amore, l'Amore oltre il quale non c'è niente che conti. Lotte chiede a Eitan di farle da autista tutti i giorni, e tra i mille discorsi che i due si fanno, gli dice che secondo lei Edward è stato ucciso e che anche lei rischia di essere ammazzata: se è vero, come è vero, che Eitan ha fatto anche un po' l'investigatore privato prima di diventare tassista, può indagare per lei? Eitan non capisce chi dovrebbe essere interessato a far fuori un vecchietto e poi una vecchietta di 85 anni, ma, contattato l'amico Bar che nella vita è stato detective, accetta. La cosa lo appassiona, tanto più che pochi giorni dopo trova, morta nel letto di Lotte, un'anziana amica della donna, Rutie. Lei come Lotte, Edward e un altro quasi novantenne, tale Wilshere ex sergente del British Army, erano stati coinvolti non solo in amori dell'epoca ma in una strana vicenda avvenuta nel 1946. Nulla è chiaro, lì per lì non si capisce se questi signori muoiano per l'età o per morte violenta, e eventualmente chi ha ucciso chi, ma di fatto i racconti di gioventù di Lotte corrispondono alla verità storica. Si, perché è veramente successo che nel 1946 l'esercito inglese condanno alla pena capitale tre membri dell'Irgun (l'organizzazione ebraica terroristica che combatteva per l'indipendenza) che avevano rapinato una banca: al quarto membro della banda, un minorenne, dettero invece 18 anni e la più umiliante delle pene, 18 frustate sul didietro, a calzoni calati. Il fatto allora scateno un putiferio e nonostante i tre giustiziati furono le scudisciate a creare maggior scompiglio, tanto che l'Etzel (secondo nome dell'Irgun capitanata allora da Menachem Begin, il futuro primo ministro israeliano degli anni '70) rilascio un manifesto in cui minacciava di un uguale trattamento gli ufficiali del British Army. E così fece. Ora, secondo la versione romanzata di Assaf Gavron, viene fuori che tra le vittime della mortificante rappresaglia ci furono proprio Edward O'Neal e Wilshere che, quella sera del '46 in cui poi furono presi a staffilate sul sedere, erano fuori con le loro belle Lotte e Rutie. Chi ha organizzato l'imboscata ai due soldati inglesi? Ecco, adesso tutto rispunta fuori, vecchi affronti, figli illegittimi, tradimenti, innamoramenti, delusioni, vendette e Assaf Gavron guida la vicenda con un'infinita e riuscitissima empatia per questa strana congrega di 85enni, tassisti, investigatori improvvisati, morti ammazzati, e lasciando per una volta il romanzo più psicologico e profondo, ci conduce invece a passo di trotto nel variopinto arazzo dell'Israele di ieri e di oggi, sempre viva e stupefacente.

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