Una bambina di nome Fifi viene sradicata dall'amato ambiente della sua infanzia, dove vive secondo i dettami dell'ideologia sionista, a stretto contatto con la natura, ed è scaraventata in un quartiere ebraico ultraortodosso. Il trauma è terribile: il conformismo religioso emargina chiunque mostri segni di indipendenza. Fifi è costretta ad adeguarsi al nuovo modo di vivere, ma istintivamente vi si oppone e ciò è motivo di continui litigi e dissapori. Osserva il mondo degli adulti, riflette e si trasforma in una giovane disubbidiente, piena di dubbi, bramosa di rapporti amorosi: una partigiana della libertà di pensiero che rifiuta il ruolo di "brava bambina", desiderosa di entrare in quel mondo del sapere che le è negato. La sua ribellione non deriva da una scelta ideologica. Sembra invece una disposizione naturale, un'aspirazione alla libertà. Un bel romanzo che mette in luce gli strappi e le controversie religiose e quindi anche politiche all'interno della società israeliana.