'Allah Akbar' colpisce ancora in Francia: è terrorismo islamista, non malattia mentale Due servizi di Leonardo Martinelli
Testata: La Stampa Data: 06 gennaio 2020 Pagina: 9 Autore: Leonardo Martinelli Titolo: «'Allah Akbar'. Poi minaccia i passanti con il coltello - Picchiò duramente 65enne ebrea, presto sarà libero. Numerose proteste»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/01/2020, a pag.9 e 20, con i titoli "'Allah Akbar'. Poi minaccia i passanti con il coltello", "Picchiò duramente 65enne ebrea, presto sarà libero. Numerose proteste" due servizi di Leonardo Martinelli.
Bene fa Leonardo Martinelli a sottolineare la parola chiave per capire l'attentato che ieri si è svolto a Metz, in Francia: "Allah Akbar". Spesso i media nascondono la matrice islamista degli attentati parlando e scrivendo di "malati mentali" che compiono le azioni terroristiche. Si tratta di disinformazione volta a nascondere il movente della violenza terrorista, come IC non si stancherà di chiarire.
E' invece sbagliato il titolo del secondo articolo, "Picchiò duramente 65enne ebrea, presto sarà libero. Numerose proteste". L'ebrea Sarah Halimi, infatti, non è stata soltanto picchiata ma violentata e uccisa dal terrorista, ma il titolo della Stampa non ne tiene conto.
E' ignobile che (in riferimento al terrorista) "i giudici lo hanno ritenuto colpevole ma «penalmente irresponsabile», perché aveva fatto uso di un'ingente quantità di cannabis, preda di un « delirio», che «ha annullato il suo discernimento»". Siamo di fronte alla giustificazione della violenza antisemita e dell'assassinio sulla base di motivi che, al massimo, dovrebbero costituire delle aggravanti e non delle attenuanti. Una sconfitta senza precedenti per la democrazia che avviene non a caso in Francia, tra i Paesi più islamizzati d'Europa.
Ecco gli articoli:
" 'Allah Akbar'. Poi minaccia i passanti con il coltello"
Leonardo Martinelli
Ancora un'aggressione all'arma bianca. E ancora quel grido, «Allah Akbar». Si ripete in Francia una violenza in odore di jihadismo, fatta di atti improvvisi e da soggetti spesso disturbati psicologicamente. Ieri è avvenuto a Metz, nell'Est del Paese. E fortunatamente non ci sono vittime. Era andata peggio il giorno prima, a Villejuif, nella periferia sud di Parigi, dove un uomo era riuscito a uccidere una donna con una coltellata in petto e a ferire altre due persone: è stato poi abbattuto dalla polizia. Ieri, a Metz, verso mezzogiorno, un altro uomo, vestito con una djellaba, la tunica nordafricana (come l'aggressore di Villejuif), è uscito da un alimentari brandendo un coltello. Urlava «Allah Akbar» e ha minacciato alcuni passanti, che sono riusciti a fuggire e hanno chiamato la polizia. Una pattuglia è arrivata sul posto: lui si è dimostrato molto aggressivo nei confronti degli agenti. Questi gli hanno sparato quattro volte e l'hanno ferito alla coscia destra. Non l'hanno ucciso: ferito, è stato trasportato all'ospedale. Ha una trentina d'anni ed «è conosciuto per radicalizzazione e per disturbi della personalità», ha indicato il procuratore della Repubblica di Metz, Christian Mercuri. Non solo: questa persona è classificata "S" dai servizi segreti, come tutti coloro che rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale. Molti di loro sono proprio coloro che sono sospettati di simpatie jihadiste e che potrebbero passare all'atto. E che vengono controllati, ma sono ormai troppo numerosi, perché le forze dell'ordine possano tenerli d'occhio tutti in maniera costante.
"Picchiò duramente 65enne ebrea, presto sarà libero. Numerose proteste"
Presa a botte, in maniera selvaggia. E poi buttata giù dalla finestra, dal terzo piano di un complesso di alloggi sociali, dove viveva: fu la triste sorte di Sarah Halimi, 65 anni, ebrea, medico in pensione, conosciuta da tutti a Belleville, il quartiere popolare dell'Est di Parigi. Venne ammazzata così, la notte del 4 aprile 2017. Ma l'omicida, un vicino, che in quei momenti urlò «Allah Akbar» e «ho ucciso Shaitan (Satana, in arabo)», potrebbe essere liberato molto presto. I giudici lo hanno ritenuto colpevole ma «penalmente irresponsabile», perché aveva fatto uso di un'ingente quantità di cannabis, preda di un « delirio», che «ha annullato il suo discernimento».
Le manifestazioni La sentenza della Corte d'appello di Parigi è stata resa nota lo scorso 19 dicembre e da allora la polemica sale. Ieri manifestazioni di protesta si sono svolte in diverse città e in particolare nella piazza della République a Parigi. Nei giorni scorsi, il rabbino capo di Francia, Haim Korsia, in una lettera aperta al ministro della Giustizia, Nicole Belloubet, si è chiesto: «Dovremmo dedurne che chiunque faccia uso di droghe abbia la licenza di uccidere ebrei?». Ma ormai si va oltre la sfera dell'antisemitismo. Francis Szpiner, avvocato dei figli della defunta, ha sottolineato che, «se si riconosce l'irresponsabilità dell'assassino, si rimette in causa un'intera giurisprudenza. Si ammette l'impunità di fatto di chi assume sostanze illecite, perché il soggetto non ne conoscerebbe le conseguenze». È la conclusione cui sono arrivati i medici, periti del processo: Kobili Traoré, questo il nome e il cognome dell'uomo di 27 anni, originario del Mali, si stava facendo da tempo una quindicina di canne al giorno, ha riconosciuto i fatti, ma era sostanzialmente fuori di sé. Quella notte, dopo una lite con i propri familiari, era riuscito a entrare nell'appartamento di alcuni vicini, che, terrorizzati, si erano barricati nel bagno, riuscendo comunque a chiamare la polizia. Lui poi dal balcone era saltato in casa di Sarah, che stava dormendo. Diversi vicini lo hanno sentito sbraitare e annunciare che stava uccidendo Satana. Traoré era a conoscenza della fede religiosa di quella vicina, poi scaraventata nel cortile del palazzo. I poliziotti giunsero sul posto troppo tardi (anche su questo ci sono polemiche). In seguito Traoré è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico e non ne è mai uscito. Potrebbe essere liberato a giorni.
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