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Informazione Corretta Rassegna Stampa
06.01.2020 IC7 - Il commento di Davide Romano: Eliminato Soleimani: la fine di un criminale
Dal 30 dicembre 2019 al 4 gennaio 2020

Testata: Informazione Corretta
Data: 06 gennaio 2020
Pagina: 1
Autore: Davide Romano
Titolo: «IC7 - Il commento di Davide Romano: Eliminato Soleimani: la fine di un criminale»
IC7 - Il commento di Davide Romano
Dal 30 dicembre 2019 al 4 gennaio 2020

Eliminato Soleimani: la fine di un criminale

Risultati immagini per Qassem Soleimani
Qassem Soleimani

Era l'Emilio De Bono iraniano, il generale Soleimani. Ovvero il capo della milizia di picchiatori e assassini che rispondeva direttamente al Capo supremo Khamenei, come De Bono rispondeva direttamente a Mussolini. Soleimani però, era peggio. Non limitava il suo raggio d'azione all'Iran e ai suoi cittadini che portano ancora oggi le cicatrici delle torture, se sopravvissuti al trattamento dei suoi sgherri. Il generale iraniano si occupava soprattutto dell'estero, applicando senza pietà l'imperialismo spietato proprio del regime di Teheran. Dunque si occupava di creare o mandare milizie armate irregolari in Libano, Gaza, Siria, Yemen e Iraq. Senza disdegnare una certa attenzione al Sudamerica con i sempre presenti (ma di cui troppo poco si parla) rapporti con i narcotrafficanti. Il suo scopo? minare la stabilità e la forza dei vari eserciti regolari per imporre la sottomissione di quei Paesi alle volontà iraniane. Il fatto che la notizia della sua morte abbia fatto festeggiare tanti iracheni, la dice lunga su quanto fosse odiato. Non dimentichiamo infatti, che è stato lui a dire ai cecchini di sparare agli iracheni che protestavano in piazza contro la corruzione un paio di mesi fa. Ripeto: un iraniano che decide di sparare agli iracheni che protestano in casa loro. Se non è imperialismo questo.... Ora vedremo cosa succederà. Ma è importante ricordare come – contrariamente a quanto pensano molti – Trump è un pacifista, sebbene di destra. E’ come Obama, un “guerriero riluttante”. L’abbiamo visto infatti ritirare soldati USA da tutti i fronti (ahinoi anche dal nord della Siria, tradendo gli alleati curdi). A differenza di Obama però, preferisce agire con le sanzioni. L’uccisione di Soleimani (e di alcuni suoi colleghi e complici) va contro la sua natura. Gli USA infatti hanno tollerato molti attacchi iraniani (quello contro i pozzi sauditi, contro i propri soldati in Iraq, nel golfo persico ecc.) senza reagire. Ma se il regime di Khamenei pensa che gli statunitensi siano senza spina dorsale come gli europei, allora ha sbagliato i conti. Non volere la guerra è un conto, essere umiliati un altro. E’ questo che hanno fatto gli iraniani organizzando le violente manifestazioni contro l’ambasciata USA in Iraq. Tanto più visto che ancora brucia nella memoria americana il ricordo di quando il regime di Khomeini sequestrò il personale dell'ambasciata USA a Teheran. Purtroppo il Medio Oriente è una jungla dove se solo si appare pacifici, si viene attaccati perché ritenuti deboli. E' esattamente quello che è appena successo agli USA da quando Trump ha iniziato i vari ritiri delle truppe. E' apparso debole, e la logica mediorientale non perdona. L’Iran ha alzato il livello dello scontro, e solo per questo Trump ha dovuto intervenire con forza, colpendo il generale Soleimani: per fare capire a tutti che non è disposto a subire passivamente ulteriori attacchi. Lo ha fatto contro voglia, il Comandante in Capo: ma doveva farlo per tutelare le proprie truppe. Il messaggio è chiaro: chi in futuro attaccherà gli USA dovrà pagare un caro prezzo. Sembrerà brutto, ma colpire duro e farsi rispettare è l’unico modo di sopravvivere. Nella jungla come in Medio Oriente non c’è spazio per gli imbelli.


Davide Romano
Conduttore televisivo, scrittore, collabora con La Repubblica - Milano
Già Assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano


takinut3@gmail.com

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