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La Stampa Rassegna Stampa
04.01.2020 5stelle, ecco chi sono i sostenitori dell'Iran terrorista in Italia
Analisi di Jacopo Iacoboni

Testata: La Stampa
Data: 04 gennaio 2020
Pagina: 5
Autore: Jacopo Iacoboni
Titolo: «Da Grillo a Dibba, quel flirt con Teheran»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/01/2020 a pag.5 con il titolo "Da Grillo a Dibba, quel flirt con Teheran" il commento di Jacopo Iacoboni.

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Jacopo Iacoboni

Se c'è una cosa che unisce i grillini è l'Iran. Ieri, per dire, Di Battista ha subito definito il raid americano «vigliacco», «pericoloso» e «stupido». E non rinuncerà al suo annunciato soggiorno iraniano.
Il fatto è che anche la Farnesina ha atteso le 13 per emettere una nota anodina, «nuovi focolai di tensione non sono nell'interesse di nessuno». A novembre, alla Camera, Di Maio spiegò la linea: «L'Italia vuole mantenere il dialogo con l'Iran». Al margine dei Med dialogues gli iraniani annunciavano felici che l'incontro tra Di Maio e il suo omologo iraniano Zarif era vicino, e con la Farnesina c'erano stati vari passi preparatori.


Alessandro Di Battista

La stampa iraniana aveva riportato con toni gongolanti la concordia tra il sottosegretario italiano agli esteri Manlio Di Stefano e l'ambasciatore iraniano a Roma, Hamid Bayat, dopo l'incontro a metà novembre. Ma un po' tutta la storia grillina è un lungo, irriflesso flirt geopolitico con Teheran, con sprezzo del pericolo, e del ridicolo.
Vi sono stai episodi grotteschi. Per esempio quando il sottosegretario Angelo Tofalo finì ascoltato a Napoli, non indagato, in un'indagine contro una coppia accusata di traffico d'armi tra Iran e Libia, con cui era entrato in contatto.

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Roberto Fico, Beppe Grillo, Luigi Di Maio

O quando i 5S Vito Petrocelli e Marta Grande organizzarono un evento alla Camera invitando due esperti iraniani di un think tank famigerato per aver organizzato conferenze nagazioniste dell'Olocausto a Teheran. Forse, qualche riga la merita anche Grillo. Mai tenero, diciamo così, su Israele. Empatico, invece, con l'Iran. Il comico è sposato con un'iraniana, Parvin Tadjik. «Un giorno - disse Grillo in un'infausta intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronot - «ho visto impiccare una persona a Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos'è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d'ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: cos'è più barbaro?». E i diritti delle donne? «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo». Ma le violenze, il regime, il terrorismo? «Mio suocero iraniano m'ha spiegato che le traduzioni non erano esatte». Grillo lo rivelò come una delle sue eminenti fonti geopolitiche.

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