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La Stampa Rassegna Stampa
03.01.2020 Putin riscrive la storia della Seconda guerra mondiale. C'è un precedente: Stalin
Cronaca di Giuseppe Agliastro

Testata: La Stampa
Data: 03 gennaio 2020
Pagina: 19
Autore: Giuseppe Agliastro
Titolo: «Putin attacca Varsavia sulla Seconda Guerra mondiale»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/01/2020, a pag.19, con il titolo "Putin attacca Varsavia sulla Seconda Guerra mondiale" l'analisi di Giuseppe Agliastro.

In perfetto stile sovietico Putin si accinge a riscrivere la storia sulla base di un'ideologia nazionalista che, non a caso, ricorda quella degli ultimi anni del regime staliniano, quando Stalin stesso e il suo ideologo Zdanov vararono il recupero in grande stile di miti, figure e riti della Russia zarista, da Ivan IV "il terribile" alla guerra contro i cavalieri teutonici fino allo splendore della corte dei Romanov e all'antisemitismo di Stato. E proprio come Stalin, Putin non si fa scrupoli quando si tratta di riscrivere pagine intere di storia.

Ecco l'articolo:

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Giuseppe Agliastro

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Vladimir Putin davanti a un ritratto di Stalin

Putin torna a riscrivere la Storia a proprio uso e consumo. Negli ultimi giorni del 2019, il presidente russo ha scatenato un nuovo duello con l'Occidente giustificando il patto di non aggressione Ribbentrop-Molotov con cui Stalin e Hitler si spartirono l'Europa dell'est dando inizio all'invasione della Polonia e alla Seconda guerra mondiale. Il nuovo braccio di ferro vede Mosca contrapporsi prima di tutto al governo nazionalista di Varsavia, ma anche gli ambasciatori di Usa e Germania hanno condannato le parole di Putin. In gioco non c'è solo il passato. Il 9 maggio infatti la Russia celebrerà in pompa magna il 75° anniversario della vittoria sovietica sulle truppe naziste e quest'anno spera di avere tra i propri ospiti anche Trump e Macron e dimostrare al mondo di non essere più isolata.


Orgoglio nazionale
 Putin idealizza la storia sovietica per alimentare l'orgoglio nazionale. Ma anche il partito al potere in Polonia Diritto e Giustizia è accusato di diffondere una versione di parte della Storia polacca. Secondo Putin, la guerra scoppiò per colpa dei Paesi occidentali che strinsero accordi con Hitler e respinsero il piano di Stalin di un'alleanza anti-nazista con Urss, Gran Bretagna, Francia e Polonia. Il leader del Cremlino punta il dito in particolare contro il controverso accordo di Monaco del 1938 che permise a Hitler di prendere parte del territorio cecoslovacco. Ma Putin ha anche definito l'allora ambasciatore polacco nella Germania nazista «un maiale antisemita» che aveva promesso a Hitler «un bellissimo monumento a Varsavia» se avesse attuato la sua idea criminale di sbarazzarsi degli ebrei mandandoli in Africa. La reazione di Varsavia non si è fatta attendere e il premier Morawiecki ha pubblicato un documento di quattro pagine in cui accusa Putin di mentire per «nascondere i problemi della Russia».
Tutto è partito da una risoluzione del Parlamento Ue dello scorso settembre secondo cui la Seconda guerra mondiale fu «una conseguenza immediata» del patto del 1939 tra Urss e nazisti. Dieci anni fa, Putin aveva bollato il patto Ribbentrop-Molotov come «inutile, dannoso e pericoloso». Evidentemente ha cambiato idea. Ora Mosca loda quell'accordo come «un trionfo della diplomazia sovietica». L'intesa del 23 agosto 1939 conteneva un protocollo segreto per la spartizione della Polonia e dell'Europa orientale tra Urss e Germania. Appena una settimana dopo, i nazisti irruppero in Polonia da ovest e due settimane dopo i sovietici la invasero da est. Ma Putin sorvola su questo punto fondamentale.

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