Germania: il futuro ancora nel segno di Angela Merkel? Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 02 gennaio 2020 Pagina: 13 Autore: Roberto Giardina Titolo: «I tedeschi sperano in Angela»
Riprendiamo da ITALIA OGGI del 02/01/2020, a pag.13, con il titolo "I tedeschi sperano in Angela" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Comincia il nuovo decennio, Der Spiegel dedica la copertina del primo numero dell'anno alle previsioni, e vede il futuro in nero per la Germania. L'Europa dipende dalle scelte di Berlino, e di come andrà ai tedeschi, ci piaccia o meno. La svolta ecologica e le crisi internazionali colpiscono soprattutto il Made in Germany, dalle macchine utensili alle auto. La Germania saprà vincere la sfida? In passato, è sempre riuscita a risorgere, da due guerre perdute, da due dittature di segno opposto, dalla divisione. Gli analisti dello Spiegel, da bravi tedeschi, tendono al il bicchiere è sempre mezzo vuoto, e mancano sempre cinque minuti a mezzogiorno, vecchio modo di dire che mette in guardia contro la catastrofe imminente. Non è un male. Stanno in guardia, e quando il disastro arriva sono pronti a reagire. O dovrebbero. Il torto della rivista di Amburgo è di basare l'analisi sugli esperti americani, che di solito capiscono poco di Europa, e non vedono di buon occhio la Germania. Inoltre, dalla fine della guerra non hanno mai azzeccato una previsione, sbagliando sempre il bersaglio. Basta questo per essere ottimisti? Il mio amato George Bernard Shaw sosteneva che quando tutti sono convinti di qualcosa, sbagliano.
Angela Merkel
Forse, i tedeschi si devono ancora abituare all'evidenza. Fino a ieri erano un'eccezione in Europa, ora sono diventati un paese normale, alle prese con problemi sempre più simili ai nostri. Infatti, evitano di criticarci con la vecchia asprezza, e non ci impartiscono più lezioni. Erano un'isola di stabilità, e all'inizio di gennaio non sanno se la Große Koalition sopravviverà fino a primavera. Come in Italia avanzano i populisti della destra, e la sinistra risponde con un populismo di segno opposto. La più antica sociadelmocrazia europea, in crisi profonda, si lascia guidare da un trentenne, Kevin Kühnert, il capo degli jusos (gli iscritti al partito fino a 35 anni), le cui ricette provocherebbero un disastro economico. Diciamo, esagerndo, una sorta di Di Maio prussiano. L'Spd pretende che Angela Merkel accetti il nuovo programma politico, annullando il patto di coalizione, oppure faranno cadere il governo. Un ricatto del più piccolo contro il più forte. La cancelliera è indebolita, dopo oltre 14 anni al potere, ma gli elettori si fidano di lei, über alles, e sopra ogni altro politico, tedesco o no. Secondo un sondaggio pubblicato dalla Welt, nessuno meglio di lei può risolvere i problemi nazionali e internazionali: è in testa con il 23%, seguita con il 20% da Putin. I tedeschi si rendono conto che non si possono fare i conti senza lo Zar, anche se si continua a escludere la Russia dal G8, come volle a suo tempo Obama. Macron è al terzo posto con il 19%, prima di Trump con il 16%. I:attuale ministra della difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, che dovrebbe raccogliere la successione di Frau Angela, è ultima con un misero 3%. Un brutto segnale anche per la Cdu-Csu in vista delle prossime elezioni (settembre 2021), quando la Merkel andrà in pensione, per sua volontà. E la cancelliera «vale» almeno 4 o 5 punti. Senza di lei, al primo posto potrebbero giungere i Verdi. Il prossimo cancelliere sarà un ecologista? Niente di male, ma sarà un pragmatico o un fanatico seguace di Greta? Secondo il sondaggio, il 55% è favorevole a un maggior impegno internazionale della Germania, ma esattamente la stessa percentuale è contraria a un intervento militare tedesco. Sembra una contraddizione ma non lo è. Prima Schröder e poi la Merkel hanno tenuto fuori la Germania dall'Iraq, dalla Siria, dalla Libia. Previdenti o egoisti?
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