Monsignor Pizzaballa e i cristiani di Gaza
Commento di Deborah Fait
A destra: Pierbattista Pizzaballa
Devo inevitabilmente parlare del Natale, anche se ormai passato, dopo aver sentito il discorso di Monsignor Pizzaballa da Betlemme, durante la messa di mezzanotte: " Rivolgo un saluto speciale ai nostri fratelli e alle nostre sorelle di Gaza…per uscire dalla Striscia e assistere alla messa i cristiani devono chiedere il permesso a Israele…a volte siamo guidati più dalle nostre paure che dall'amore di Dio…".
https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/telegiornale/Telegiornale-12514485.html
Netanyahu fra i soldati cristiani di Israele
Monsignor Pizzaballa vive a Gerusalemme ma forse a lui non arrivano le notizie, forse non sente quello che accade al confine con Gaza da anni, forse crede ciecamente alle panzane che escono dalla bocca di Abu Mazen. Si possono fare decine di supposizioni ma la prima e probabilmente l'unica è l'inguaribile simpatia del custode di "Terra Santa" per gli arabi palestinesi che va di pari passo con l'avversione per il mondo ebraico e Israele che lo rappresenta. I cristiani di Gaza dovevano avere il permesso di Israele per andare a Betlemme? Certamente, sono nemici, non lo sa Pizzaballa? Da quando nel 2005 Hamas ha preso il potere nella Striscia ha predicato giorno dopo giorno la retorica della violenza contro Israele e contro gli ebrei. Sulla Carta dell'organizzazione, sorella dell'Isis, sta scritto che il loro obiettivo è la distruzione totale di Israele e l'assassinio dei suoi abitanti ebrei. Sono due anni che, ogni venerdì, orde di fanatici corrono a ridosso del confine con Israele in quella che hanno chiamato la "Grande marcia del ritorno". Il diritto al ritorno, quindi, ma dove, forse in Giordania? in Egitto? In Siria? No, vogliono Israele e allora tentano di forzare i confini, tirano bombe, sassi, molotov e, nella loro immensa vigliaccheria, si fanno scudo di ragazzini, più piccoli possibile, per suscitare la pietà e la rabbia del mondo contro Israele quando risponde alla violenza del nemico. Nella loro immensa stupidità bruciano migliaia di pneumatici per mandare fumo cancerogeno in Israele che usa degli enormi ventilatori industriali per rispedirlo al mittente. Per non parlare delle decine di migliaia di missili sparati contro la popolazione civile cercando la strage che non avviene grazie al perfetto sistema di protezione in atto nel paese. I palestinesi hanno maniacalmente e regolarmente respinto ogni proposta di pace dedicandosi fanaticamente al terrorismo. Mi riesce difficile capire come una persona colta e intelligente come Monsignor Pizzaballa non si renda conto che gli abitanti di Gaza non possono entrare in Israele senza permesso. Sono nemici giurati, ognuno di loro può essere un terrorista. Qual è il paese che permette al nemico di entrare oltre i propri confini? Pizzaballa li fa passare per vittime insinuando la cattiveria di Israele (e chi se no?) che fa l'unica cosa normale e necessaria in caso di guerra. L'antisemitismo che fino al 1948 ha fatto parte della storia europea per millenni, si è allargato a Israele. Non è stato concesso un momento di pace al popolo ebraico che avrebbe il diritto di essere spossato da tanta ostinazione all'odio. E' solo la grande forza morale che viene dalla storia più antica e dalla fede nella propria identità che da la forza di sopportare. La Chiesa di Roma è tra i responsabili di tanta ostilità. Non solo il Vaticano non ha voluto riconoscere lo stato ebraico fino al 1995 (47 anni dalla sua fondazione!), non solo il Papa attuale paragona Gesù ai migranti che arrivano in Europa con i barconi, ma, chi è addetto alla custodia dei luoghi santi cristiani in Israele e nei territori abitati da arabi-palestinesi, anziché sradicare l'odio per gli ebrei insito nei popoli arabi, siano essi musulmani o cristiani, e aiutare il dialogo, rende la frattura sempre più enorme e pericolosa, schierandosi dalla parte palestinese, terroristi compresi.
Pizzaballa avrebbe potuto tacere, avrebbe dovuto tacere, invece non è riuscito ad evitare l'attacco contro il paese che da anni sopporta la violenza palestinese. Avrebbe dovuto invece condannare con fermezza la distruzione dei simboli del Natale avvenuta a Gaza per opera di Hamas e delle sue bande di criminali. La cosa è stata denunciata da alcuni cristiani ma non è stata raccolta da nessuno, non dal Vaticano, non dalla Custodia di Terra santa, tanto meno dai media. Ci vuole coraggio per denunciare le bestialità anticristiane dell'islam, meglio sfogarsi su Israele, molto più sicuro.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"