Libia: si allunga l'ombra della Turchia di Erdogan Cronaca di Francesca Sforza
Testata: La Stampa Data: 28 dicembre 2019 Pagina: 17 Autore: Francesca Sforza Titolo: «Il 7 gennaio parte la missione Ue: corsa per battere i turchi sul tempo»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/12/2019, a pag.17 con il titolo "Il 7 gennaio parte la missione Ue: corsa per battere i turchi sul tempo" la cronaca di Francesca Sforza.
Francesca Sforza
Ghassan Salamé, rappresentante speciale dell'Onu in Libia
Il precipitare della crisi libica non consente più né rinvii né prese di distanza. Se ne sono accorti anche a Bruxelles dove per il 30 dicembre è stata convocata una riunione a livello di alti funzionari europei per preparare la missione che il 7 gennaio 2020 sbarcherà in Libia. Vi parteciperanno l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera Josep Borrell, il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e i suoi omologhi di Francia, Gran Bretagna e Germania. Nello stesso giorno il parlamento turco voterà la risoluzione per l'intervento militare in Libia, e il giorno dopo Erdogan incontrerà Vladimir Putin a Istanbul per parlare della crisi in corso. I tempi sono tutto, in questa delicata fase diplomatica, visto che si tratta di anticipare le mosse del presidente turco Erdogan, pronto a inviare forze armate in difesa del governo di Sarraj. Dopo la richiesta ufficiale avanzata da Tripoli già due giorni fa, infatti, «i militari turchi sono pronti a prestare servizio all'interno e all'esterno della Turchia», ha dichiarato il ministero della Difesa di Ankara con chiaro riferimento allo scacchiere libico. Anche il fronte filo-Haftar sta preparandosi al contrattacco: Vladimir Putin e il presidente egiziano Al Sisi, in una telefonata di ieri pomeriggio, «hanno confermato la loro intenzione di coordinare ulteriormente i loro sforzi per stabilizzare la situazione in Libia», come si legge in una nota del Cremlino. La presidenza egiziana è ancora più esplicita nel restituire il contenuto dello scambio tra i due leader: «È stato ribadito l'impegno a combattere le milizie armate e le organizzazioni terroristiche e porre fine alle interferenze straniere illegali nella questione libica».
Il sultano Erdogan
L'avanzata di Haftar L'allarme è arrivato anche a New York, dove l'inviato speciale per la Libia Ghassan Salamè ha chiamato l'inviato russo per il Medio Oriente Mikhail Bogdanov per ricordare l'importanza — si legge nell'agenzia russa Sputnik — di contribuire alla Conferenza di Berlino in modo costruttivo. Sulle possibilità di riuscita di quest'ultima, infatti, i russi non hanno mai fatto mistero delle loro perplessità, sia per l'esclusione dei libici, sia per il mancato coinvolgimento dei paesi confinanti (entrambi punti che le riunioni preparatorie hanno accolto e stanno cercando di rendere più accettabili). Ora la domanda è: riusciranno Unione europea e Nazioni Unite a impedire un confronto diretto in quella che potrebbe diventare una devastante guerra per procura a due passi da casa nostra? Ieri sera l'esercito capitanato da Haftar ha rivendicato di aver preso il controllo dell'aeroporto di Tripoli, a 30 chilometri dalla capitale, e lo stesso generale ha proseguito con le minacce: «Nelle prossime ore ci saranno sorprese per tutti i libici».
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