I cristiani di Gaza, Hamas e Israele
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
A destra: gli ultimi cristiani di Gaza
"Non tutti i cristiani di Gaza saranno privati del Natale da parte di Israele", annunciava Le Figaro alla vigilia delle celebrazioni a Betlemme. "I cristiani della Striscia di Gaza avranno finalmente il diritto di festeggiare il Natale e di accedere alle città sante di Betlemme e Gerusalemme durante il periodo delle festività, dopo una retromarcia fatta delle autorità israeliane. Circa 200 persone, sulle 950 che avevano fatto richiesta, sono state autorizzate a lasciare Gaza per l'occasione. Non possiamo che elogiare questa manifestazione di interesse verso la piccola minoranza cristiana di Gaza, considerando tuttavia che si verifica solo perché consente di condannare per l’ennesima volta Israele. Un esercizio a cui Jean-Pierre Filiu si è dedicato su Le Monde del 22 dicembre: " I cristiani di Gaza privati del Natale da parte di Israele". Il tono è stato impostato fin dalla prima riga: " Dopo la presa del potere sulla Striscia di Gaza da parte di Hamas nel 2007, Israele aveva decretato che quel territorio era ormai ‘un’entità ostile’ “ . Una dichiarazione assolutamente inesatta. E poi prosegue: “La popolazione cristiana di Gaza, già allora ridotta a circa tremila persone, ha proseguito il suo declino fino ai milleduecento fedeli di oggi.” Filiu attribuisce questo declino alle difficili condizioni in cui vivono i cristiani, senza spiegare il motivo per cui, nello stesso periodo, la popolazione musulmana invece, non ha mai smesso di crescere. Né si chiede perché lo stesso fenomeno si sia verificato a Betlemme, dove la popolazione cristiana, che sotto l'occupazione israeliana era in grande maggioranza, rappresenta ora solo il 12%. E termina con una triste osservazione: "Si deve tuttavia constatare che il destino dei cristiani di Gaza interessa poco e mobilita ancora meno, anche quegli ambienti che dovrebbero pubblicamente essere preposti alla difesa del cristianesimo orientale". Probabilmente ignora i numerosi articoli che parlano dello stato di vessazione e persino di persecuzione a cui i cristiani sono sottoposti a Gaza. Il 27 dicembre del 2016, il Gatestone Institute aveva già pubblicato un allarmante resoconto intitolato “Palestinesi, l'incubo dei cristiani.” Vi si affermava che: " la disperazione dei cristiani che vivono nei territori controllati dall'Autorità palestinese e da Hamas è un argomento veramente tabù ..., nella Striscia di Gaza vivevano 5.000 cristiani. Quando Hamas prese il potere a Gaza nel 2006, i cristiani iniziarono a subire molestie e discriminazioni. Oggi ne rimangono solo 1.100.” Il 9 novembre dello stesso anno, il sito Web Info Chrétienne.com scriveva: “ Il destino dei cristiani a Gaza continua a peggiorare. Un nuovo rapporto in lingua araba denuncia la recrudescenza degli atti anticristiani nella Striscia di Gaza, dove vivono 2.500 cristiani ”, e citava lo specialista del Medio Oriente Raymond Ibrahim : “A volte sentiamo che una libreria è stata bombardata o che ci sono stati attacchi a cristiani o a chiese. Altre volte sentiamo parlare del sequestro di cristiani e della coercizione esercitata su di loro affinché abbraccino la religione di Maometto.” Ancora una volta quest'anno, i commercianti di Gaza si sono lamentati per aver visto strappare le loro decorazioni natalizie. Qui non si tratta di commentare le restrizioni imposte da Israele e le ragioni addotte per limitare il numero di cristiani di Gaza autorizzati ad andare in Israele, ma di ricordare al mondo che questi cristiani sono perseguitati da Hamas e dai loro vicini musulmani durante tutto l'anno, nell'indifferenza generale.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".