La lettura dell'articolo della sig.ra Fait mi richiamato alla mente due cose. La prima è che, se non vado errato, l'ultimo sindaco cristiano di Betlemme, Elias Fraij, chiese al premier di allora, Rabin, di non cedere l'amministrazione della città ad Arafat. Poi sappiamo come è andata. A questo punto mi interrogo sull'autolesionismo non sempre assente nella storia millenaria del popolo ebraico. La seconda cosa è che la Maraini , per ciò che dice sui testi biblici, mi pare sia ferma alla prima comunione. Infatti mi ricordo che alla preparazione per quel sacramento a noi ragazzi veniva insegnato che il Dio del Nuovo Testamento era Amore , al contrario del Dio duro e severo del Vecchio Testamento. Disdicevole per una che viene considerata una maitre à penser. Saluti
Diodooro Cerritello
Gentile Diodoro,
Mi sono sempre chiesta per quale motivo nei trattati di Oslo sia stata inclusa Betlemme tra le città da consegnare a Arafat. Betlemme era all'epoca a maggioranza cristiana (90% della popolazione) perciò posso supporre che vi sia stato lo zampino del Vaticano da sempre amico dei palestinesi. Purtroppo negli anni i cristiani hanno abbandonato la città vessati dalla mafia palestinese e dalle organizzazioni integraliste che ne presero praticamente il controllo. Oggi la presenza cristiana a Betlemme è meno del 9% e continua a scendere mentre è in continua ascesa in Israele. Questo non toglie che vi sia del vero nel concetto di autolesionismo che caratterizza noi ebrei. Quanto alla Maraini, lei ha perfettamente ragione, è rimasta ancorata agli insegnamenti che venivano impartiti alle elementari e che anch'io ricordo perfettamente. La scrittrice evidentemente non si è molto evoluta da allora e questo le ha procurato la figuraccia che ha fatto con quella orrenda lettera al Corriere.
Un cordiale shalom e buone Feste.