Il Natale strumentalizzato Commento di Deborah Fait
A destra: il presepe anti-Israele di Banksy a Betlemme
Ogni anno quando si avvicina il Natale c'è di che preoccuparsi. Gli attacchi a Israele e alla sua storia sono quasi quotidiani durante tutto l'anno ma, quando si avvicinano le feste natalizie le menzogne, le invenzioni, le idiozie, le cattiverie non si contano. Un festival di vere e proprie corbellerie, alcune dovute a ignoranza, altre a cattiveria, altre a odio. Non c'è che l'imbarazzo della scelta e chi segue i social e i talk show o i telegiornali non può non rendersene conto. Quest'anno non fa eccezione, a partire dalla palestinizzazione di Gesù per continuare con la schifezza del presepe di Bansky, il writer di cui nessuno conosce l'identità ma che sa fare un sacco di soldi con l'ignominia. Alcuni pensano addirittura che Bansky sia un'organizzazione commerciale e non un singolo individuo. Chiunque e qualunque cosa egli sia, si tratta di un furbacchione che ha aperto un hotel a Betlemme con vista muro, il Walled Off Hotel. Una mossa propagandistica che richiama molti turisti i quali, per guardare il muro costruito da Israele per salvarsi dal terrorismo, pagano 450 euro a notte più gli extra. Probabilmente chi va a soggiornare in un posto dove l'unica vista panoramica è un muro grigio lo fa per due motivi, per stupidità o per odio contro Israele. O per entrambe le cose! Quest'anno chi ha voglia di farsi succhiare i soldi avrà la gioia di "ammirare" l'ignobile e vergognoso presepe di Bansky davanti alla barriera difensiva, una porcheria che, secondo Avvenire, il giornale dei vescovi, "fa riflettere" ma non è dato sapere su cosa. All'epoca in cui la famiglia di Joshua ben Josef era a Betlemme (in ebraico Bet lechem, Casa del pane) non esistevano arabi né cristiani perciò la strumentalizzazione della sofferenza targata palestinese è immorale. Il titolo dell'opera è La cicatrice di Betlemme e rappresenta la sacra famiglia sopra la quale si apre uno squarcio nel muro, provocato naturalmente, secondo l'autore, da un mortaio israeliano, che dovrebbe raffigurare la stella cometa. Per chi non lo sapesse, il muro salvavita è lungo, a pezzi alterni e posizionato nei luoghi più pericolosi per Israele, 6 chilometri, gli altri 730 sono un reticolato metallico ad alta tecnologia. La barriera fu costruita nel 2002 durante la micidiale seconda intifada quando Israele doveva sopportare anche 20 attentati al giorno, più di 1000 morti e 7000 feriti. Cosa vuole dunque significare quella Cicatrice di Betlemme? Non si capisce bene, dal punto di vista storico non ha significato alcuno dal momento che quei tre, Gesù, Giuseppe e Maria, erano ebrei non arabi quindi si tratta di un'opera mistificatrice, immorale e bugiarda. Joshua, Myriam e Joseph oggi non potrebbero nemmeno entrare a Betlemme perché verrebbero sgozzati, in quanto ebrei, appena attraversate le porte della città. Rispetto alla verità storica, Bansky ha fatto un autogol, la sua opera dovrebbe essere interpretata nel modo più giusto: la sofferenza degli ebrei di Israele che, durante la seconda intifada, sono stati scannati, sgozzati, bruciati vivi negli autobus, i loro corpi attraversati da migliaia di pallini di acciaio. E ancora gli ebrei di Sderot o di Ashkelon o di Tel Aviv che si sono visti cadere sulla testa più di 20.000 missili in pochi anni. Questo significa, a mio avviso e secondo giustizia, quello squarcio nel muro, le sofferenze patite dagli ebrei per colpa degli arabi palestinesi. Sarebbe bene dirlo a Bansky! Lasciamo per il momento il misterioso furbacchione che fa i soldi con le disgrazie altrui senza avere il coraggio di presentare i suoi murales milionari di protesta e di buonismo in Yemen o in Siria o in Iran dove impiccano anche i ragazzini se supposti gay e le donne senza velo sono condannate e decenni di galera.
Dacia Maraini
Andiamo invece da un'altra dotta, da un'intellettuale della cultura italiana, Dacia Maraini, la rossa, non di capelli, che ha pubblicato sul Corriere un articolo dove, per difendere le sardine, attacca addirittura la Bibbia ebraica. Cosa c'entra, vi chiederete? Niente naturalmente ma per attaccare gli ebrei tutto fa brodo, anche le sardine. La Maraini cita Gesù “Un giovane uomo che ha riformato la severa e vendicativa religione dei padri, introducendo per la prima volta nella cultura monoteista il concetto del perdono, del rispetto per le donne, il rifiuto della schiavitù e della guerra. (…) i principi del vecchio Testamento, il suo concetto di giustizia come vendetta (occhio per occhio, dente per dente), la sua profonda misoginia, l’intolleranza e la passione per la guerra”. Questo ha avuto il coraggio vergognoso di scrivere! Non importa se sul Levitico leggiamo: " Ama il prossimo tuo come te stesso", non importa se il Talmud dice " Non fate piangere una donna che poi Dio conta le sue lacrime. La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale… un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata". Non importa se gli ebrei antichi furono l'unico popolo nel mondo dell'epoca a volere il riposo anche per gli schiavi durante lo shabat e la loro liberazione dopo 7 anni. E non importa, come ho scritto tante volte, che l'espressione "occhio per occhio" significa che i giudici dovevano infliggere punizioni pari al danno patito dalla vittima. Si vergogni dunque Dacia Maraini per le falsità degne del più rozzo antisemita. Rav Di Segni ha scritto una risposta all' infame articolo della scrittrice, riporto qui le sue ultime righe: " Dopo il Gesù socialista, rivoluzionario più o meno armato, femminista ecc., oggi abbiamo anche, grazie a Dacia Maraini, il Gesù sardina. A me pare quasi una bestemmia, ma fate voi.” https://www.shalom.it/blog/news-in-italia-bc171-eliminato/la-risposta-del-rabbino-di-segni-alla-artidolo-di-dacia-maraini-b691811?fbclid=IwAR1krSbAVhqm0zAewwSj925WvnHiW4yqNZhvcKvlukzP97NfKCY-z3R0diM A questo punto cosa posso dire agli amici cattolici? Passate un buon Natale festeggiando quel piccolo ebreo che oggi piangerebbe nel vedersi offeso e umiliato proprio da quelli che si dicono cristiani.
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"