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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Repubblica Rassegna Stampa
22.12.2019 A Betlemme una nuova opera di propaganda contro Israele firmata Banksy
Commento di Enrico Franceschini

Testata: La Repubblica
Data: 22 dicembre 2019
Pagina: 33
Autore: Enrico Franceschini
Titolo: «Un presepe shock firmato Banksy»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/12/2019, a pag.33 con il titolo "Un presepe shock firmato Banksy", il commento di Enrico Franceschini.

Ancora una volta Banksy realizza un'opera di propaganda contro Israele che allude esplicitamente ai tradizionali e secolari stereotipi antisemiti cristiani del deicidio, cioè della presunta uccisione di Gesù da parte degli ebrei, dimenticando l'appartenenza storica dello stesso Gesù al popolo ebraico.

Ecco l'articolo:

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Enrico Franceschini

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L'opera di Banksy

Compare un nuovo Banksy, appena in tempo per il Natale. E compare nel luogo in cui il Natale ha avuto inizio, a Betlemme. Dove da due anni sorge il Walled-Off Hotel, l'albergo «con la vista più brutta del mondo», come lo ha soprannominato l'artista inglese, perché è affacciato sul muro costruito da Israele per separarsi dai Territori Autonomi Palestinesi. Sul muro esterno dell'edificio, internamente già adornato di opere del misterioso re della street art, è ora apparsa una sua nuova installazione. La cicatrice di Betlemme ritrae la scena della Natività cristiana, con il bambino Gesù nella mangiatoia, Giuseppe e Maria, il bue e l'asinello. Ma sopra questo mini presepe, invece della stella cometa che attirerà i Re Magi, c'è il foro lasciato da un proiettile, in qualche modo simile a un astro, chiara allusione al conflitto che dilania da settant'anni la Terra Santa. «Una cicatrice della vergogna» l'ha definita il direttore del Walled-Off Hotel, Wissam Salsaa. «Una cicatrice che - ha continuato - dovrebbe suscitare vergogna in tutti quelli che sostengono il Muro e l'occupazione dei Territori Palestinesi da parte di Israele». Come è costume di Banksy, l'opera, la cui immagine è stata postata sul profilo Instagram dell'artista, non è accompagnata da annunci, comunicati o spiegazioni: ma parla da sola. Nei giorni scorsi c'era già stato un altro graffito che porta la firma di Banksy: in Inghilterra, una slitta trainata dalle renne - anch'essa disegnata su un muro - dove al posto di Babbo Natale c'è la panchina che fa da occasionale giaciglio a un senzatetto. Come se la slitta potesse portarlo verso il cielo. In quel caso, un messaggio sul Natale di pace consumista che ci accingiamo a celebrare in Occidente. Nel caso della "Natività con il proiettile", invece, un messaggio sul Natale di guerra, sia pure intermittente, che continua a infiammare il Medio Oriente. Nonostante varie ipotesi che lo hanno identificato via via come un artista di Bristol, o come il musicista della band Massive Attack Robert Del Naja, nato nella stessa città, Banksy è finora riuscito a mantenere l'anonimato. E i suoi murales sono sempre più popolari.

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