Riprendiamo da LIBERO di oggi, 21/12/2019, a pag.12, con il titolo "L'ultima vergogna dell'Onu: indaga Israele perché si difende" il commento di Maurizio Stefanini.
A destra: la Corte Penale Internazionale dell'Aja
Le istituzioni internazionali, Corte Penale Internazionale dell'Aja in testa, non sono nuove a posizioni unilaterali contro Israele, egemonizzate o influenzate come sono dai Paesi arabi e islamici liberticidi e antisemiti che non riconoscono il diritto di esistere allo Stato ebraico. Quello di oggi è il nuovo capitolo di una storia lunga di delegittimazione di Israele di fronte al quale l'Occidente libero e democratico dovrebbe aprire gli occhi, anziché collaborare con chi vorrebbe la distruzione dell' "entità sionista".
Maurizio Stefanini
La Corte Penale Internazionale dell'Aja ha aperto una inchiesta per "crimini di guerra" nei territori palestinesi. «Sono convinta che vi sia una base ragionevole per avviare un'indagine sulla situazione in Palestina ai sensi dell'articolo 53-1 dello Statuto. In sintesi, sono convinta che crimini di guerra sono stati o vengono commessi in Cisgiordania, in particolare a Gerusalemme est, e nella Striscia di Gaza», ha annunciato la procuratrice capo Fatou Bensouda. Immediata e dura la risposta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo cui questa «decisione senza basi e oltraggiosa» rappresenta «un giorno nero per la verità e la giustizia», che «ignora la storia e la verità quando sostiene che l'atto stesso che gli ebrei vivano nella loro patria ancestrale, la terra della Bibbia, sia un crimine di guerra». «Non rimarremo in silenzio», ha proseguito Netanyahu, ribadendo che «la Palestina non è mai stata uno Stato». Secondo lui «la Corte non ha giurisdizione in questo caso. La Corte ha giurisdizione solo sulle petizioni proposte da stati sovrani. Ma qui non c'è mai stato uno Stato palestinese». Insomma, il Procuratore avrebbe «cambiato la Corte in uno strumento politico per delegittimare lo Stato di Israe- personaggio che dopo essere le. Il Procuratore ha completamente ignorato gli argomenti legali che le abbiamo presentato.
Una scuola dell'Unrwa a Gaza, trasformata in deposito di missili da Hamas
PARTIGIANI ISLAMICI La decisione è stata invece accolta con soddisfazione dal ministro degli Esteri del governo dell'Anp come «un passo da lungo tempo atteso». Cognome arabo per via del matrimonio con un imprenditore di origine marocchina, Fatou Bensouda si chiama però per nascita Fatou Nyang. Comunque è musulmana, e figlia di un padre poligamo, che faceva l'autista e il manager di wrestling. Lei in Africa è un persona o abbastanza noto. Laureata in Nigeria, prima gambiana esperta in diritto marittimo internazionale grazie a un master conseguito a Malta, ha lavorato con il Tribunale penale internazionale per il Ruanda, è stata indicata tra le 100 persone più influenti del mondo da Time, tra le 100 donne più importanti dalla Bbc, come quarta persona più influente della società civile africana da Jeune Afrique e anche come Africana dell'anno del 2014 dalla rivista togolese Africa Top Success. Però è anche un personaggio contestato. E stata infatti tra 1998 e 2000 ministro della Giustizia di Yahya Jammeh.
SENZA VISTO Gli Stati Uniti inoltre a aprile le hanno revocato il visto, dopo che lei aveva aperto un esame preliminare su eventuali crimini di guerra commessi dalle truppe statunitensi in Afghanistan. In effetti gli Usa non sono membri della Corte, e un figlio di Fatou è stato ucciso a colpi di arma da fuoco negli Usa nel gennaio del 2017, dopo essere stato incriminato per possesso di armi da fuoco con numeri di serie obliterate e per spaccio di cocaina.
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