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Deborah Fait
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Inghilterra, disfatta elettorale per l'antisemita Corbyn 14/12/2019
Inghilterra, disfatta elettorale per l'antisemita Corbyn
Commento di Deborah Fait

A destra: Jeremy Corbyn "antisemita e razzista"

Gad Lerner sarà rimasto molto deluso dalla vittoria, anzi dal trionfo di Boris Johnson, il conservatore, il sovranista, quello che vuole proibire il burka e abbandonare l'Europa. Sarà deluso e allarmato perché, attenzione, attenzione dicono i mondialisti come lui, i fascisti stanno tornando. Aiuto! Lerner sul suo profilo Facebook aveva scritto: "Nelle elezioni del Regno Unito  naturalmente voterei senza esitazione Labour nonostante le critiche rivolte a Jeremy Corbyn. Protagonista di un felice riavvicinamento della sinistra agli interessi dei più deboli che deve liberarsi però delle pulsioni reazionarie e isolazioniste che allignano nei ceti popolari" Attenti, dunque perché i "ceti popolari", il popolino, il popolo bue sta diventando di destra, infatti ha deciso di  liberarsi dalle idee arcaiche e dal pugno chiuso dei marxisti anni 80 del secolo scorso. E così Corbyn è stato silurato alla grande, lui, l'antisemita, l'amico di Hamas, l'ammiratore di Hezbollah e di tutti i terroristi che hanno la distruzione di Israele nei loro sogni, può andarsene in vacanza e ha annunciato di voler abbandonare la guida del Labour. Era ora, dopo aver ridotto il partito laburista ai minimi termini, dopo averlo fatto diventare il partito più antisemita e antisionista d'Europa,  finalmente se ne andrà e non vedremo più il suo ghigno acido. Sarà rabbioso per la sconfitta ma una bella vacanza in quel di Gaza dai suoi amici di Hamas potrà tirarlo su di morale e rasserenarlo, chissà, magari avrà anche l'occasione di tirare qualche bella pietra contro gli odiati sionisti. Il giorno prima delle elezioni del 12 dicembre, gli ebrei inglesi erano pronti a far le valigie per scappare, terrorizzati dalle campagne di odio organizzate dal Labour, preoccupati dal clima di violenza antiebraica che si era venuto a creare nella loro Inghilterra.  Rabbini bastonati per la strada, ebrei malmenati dalla polizia, manifesti nazisti al festival di Glastonbury dove Corbyn veniva accolto come una stella del cinema, murales antisemiti approvati addirittura da certi politici e infine il cavallo di battaglia: la negazione della Shoah.  Il gran Rabbino del Regno Unito era arrivato ad accusarlo ufficialmente di antisemitismo e aveva messo in guardia gli ebrei britannici ma lui, il leader dell'odio, arrogante e anche molto maldestro, pur essendo anche sotto indagine da parte della Commissione sui diritti umani, durante un'intervista della BBC si era rifiutato di scusarsi con gli ebrei e di ammettere di aver sbagliato. Oddio, sbagliato! Uno che odia visceralmente gli ebrei non è che pensi di sbagliare, li odia e basta, non si pone certo il problema etico. Gideon Falter, capo dell'organizzazione contro l'antisemitismo ha detto "L'Inghilterra è migliore di come la fa apparire Jeremy Corbyn. L'Inghilterra fu una luce nell'Europa nazista. Noi chiediamo al popolo di questo paese di stare dalla nostra parte". E così è stato, il popolo ha capito che votare per un arcaico marxista, arrogante e pieno di rabbia, avrebbe portato l'Inghilterra verso il baratro della violenza e dell'immobilismo. Allora ha scelto il biondo, strano, brutto e simpatico Boris Johnson sparando nelle urne una valanga di voti tutti per lui. Un vero e proprio trionfo, 368 seggi su 650. Il Labour solo 191, un tonfo enorme che non si vedeva dagli anni 50 del secolo scorso. Gad Lerner sperava che la vittoria di Corbyn avrebbe rieducato il popolo aiutandolo a liberarsi da pulsioni reazionarie.  Una brutta espressione che evoca rieducazione, rievoca i gulag, rievoca i manicomi criminali sovietici dove venivano sbattuti i dissidenti. Certamente non sarebbe mai successo nella democratica Inghilterra ma inculcare il virus dell'antisemitismo, quello si, quello era fattibile, Corbyn poteva riuscirci benissimo, era già a buon punto. Per esperienza sappiamo che quel tipo di germe riesce ad attaccarsi ovunque fino a far marcire l'animo delle persone. Gli è andata male, molto male per fortuna, l'Inghilterra è libera  e "BoJo" come lo chiamano i londinesi, che sembra un casinista, un bulldozer che cammina a testa bassa e che alla fine riesce molto simpatico proprio per questo suo modo di essere, ha stravinto. Dicono che, dopo il principe Filippo,  consorte della regina, sia un grande gaffeur, lo chiamano -il re burlone-. Cinque figli riconosciuti anche se il gossip fa capire che ce ne siano altri, ma nonostante la sua aria di scapestrato è uomo di grande cultura, ottimo saggista e bravo giornalista. Lui porterà l'Inghilterra fuori dall'Europa e fuori dalla globalizzazione, lontano da quel politicamente corretto che sta imprigionando il mondo occidentale in una morsa di ipocrisia e di paralisi. Gli inglesi hanno deciso, hanno detto no all'antico, alla vecchia, arcaica, incartapecorita ideologia comunista, allo statalismo, a un'Europa che non funziona, hanno detto di no all'amico di Hamas e con un bel calcione nel sedere lo hanno sbattuto fuori dalla storia. I mondialisti nostrani ci saranno rimasti male, quelli dell'accoglienza senza limiti, degli standing ovation a Carola Rakete, della Palestina dal fiume al mare, dovranno rassegnarsi a veder entrare al numero 10 di Downing Street il biondo arruffone, conservatore che in gennaio, dopo quattro anni di usciamo si usciamo no e 5 elezioni,  farà loro Bye Bye dalle bianche scogliere di Dover.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"

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