”Dimenticare Amalek. Rimozione e disinformazione nel discorso della sinistra sulla questione israeliana”
Ed. La Giuntina - € 5.16
Il discorso della sinistra di classe di fronte alla questione israeliana si alimenta troppo spesso di mistificazioni e di miti ricorrenti, al punto da apparire talvolta interamente strutturato su di essi. A perpetuare tale discorso contribuisce sicuramente un'opera di disinformazione che si può e si deve documentare e discutere. Disinformazione, in questo caso, significa soprattutto rimozione; un vero e proprio «setaccio ideologico» che porta a dimenticare sistematicamente ciò che hanno fatto tutti gli Amalek, grandi e piccoli, dentro e fuori il Medio Oriente.
Nasce allora una domanda inquietante che resta per ora senza risposta definitiva: questo «setaccio», questa disinformazione è causa oppure effetto del pregiudizio antisionista di sinistra? «Nel primo caso ci troveremmo di fronte ad un problema di pura ignoranza e ai disastri che questa ha sempre generato. Ma nel secondo avremmo a che fare con un atto di malafede di proporzioni estremamente preoccupanti».
La cultura di sinistra più coerente dovrebbe essere la prima ad allarmarsi e a riflettere, senza reticenze, su questo interrogativo.
«L'ipotesi da cui nasce questo libro è tutta qui: forse, il giorno in cui saprà superare disinformazione e rimozione, la cultura della sinistra di classe s'avvedrà d'essersi tragicamente schierata contro i propri stessi princìpi e contro i propri migliori ideali».
“Il pericolo è che si crei un nuovo stereotipo: sionista è razzista, sionismo è razzismo. Quando un tale stereotipo fa presa su una cultura, e cioè nella letteratura, nella poesia, nella pubblicistica e nella lingua quotidiana, è difficile o quasi impossibile estirparlo. I bambini lo assorbono con il latte materno, i giovani lo studiano a scuola o nel movimento giovanile, i politici nel loro partito”